Omelia (01-01-2024) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Lc 2,16-21 Come vivere questa Parola? Gesù, un nome ordinario: tanti portavano questo nome. Significa che Dio si rivela nel quotidiano, nella vita di ogni giorno, nelle nostre abitudini, nella nostra mentalità, ma se Egli entra nella nostra vita, non la lascia uguale a prima, la cambia profondamente. Vogliamo lasciarci trasformare da Dio, desideriamo che cambi la nostra vita? Siamo disposti a scoprire le meraviglie che Egli opera nella realtà del nostro presente, oppure abbiamo paura di cambiare? I pastori si stupiscono per l'evento della nascita del Messia. La capacità di stupirci va recuperata; con Maria passiamo dallo stupore alla profondità, lei infatti meditava tutti gli eventi che stava vivendo, confrontandoli nel suo cuore, è questo il primo grande insegnamento di Maria: ci insegna il silenzio e la preghiera, perché Dio non lo percepiamo nel rumore e nel chiasso, nella superficialità, ma nel silenzio e nella profondità del nostro io. Se chiediamo al Signore: "chi sono io per te?", allora cominceremo a conoscere Gesù e quindi anche noi stessi. I pastori sono dei credenti ideali perché sono semplici, per questo sono missionari; hanno scoperto la gioia annunciata loro dall'Angelo perché proprio loro, considerati indegni, sono stati avvolti dalla luce di Dio, dal suo amore. I pastori e gli angeli hanno qualcosa in comune: la lode, ringraziano Dio. La preghiera è sempre condizionata dall'amore: di fronte all'amore incondizionato che Dio ci riversa quotidianamente, indipendentemente dalle nostre azioni, non può che nascere in noi il ringraziamento.
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