Omelia (16-01-2024)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Mc 2,23-28

Come vivere questa Parola?

L'affermazione di Gesù: «Il Figlio dell'uomo è signore del sabato», doveva suonare alle orecchie dei suoi interlocutori come un rimprovero severo del tipo: «Ricordatevi che il sabato è del Signore e non vostro! Impossessandovene, avete trasformato un giorno di liberazione in un cappio che impedisce alle persone di vivere l'incontro vero con Dio e con il prossimo». Si può ricavare un tale significato solo ricordando il riferimento alla schiavitù egiziana che l'autore del Deuteronomio aveva incluso nel testo del terzo comandamento: «Il Signore tuo Dio ti ordina di osservare il giorno di sabato, ricordandoti che sei stato schiavo nel paese d'Egitto» (cfr 5, 15).

Gesù restituisce al sabato il suo senso più profondo recuperando il motivo originario per cui di sabato il pio israelita non lavori. Oltre al fatto che anche Dio, quando creò il mondo, di sabato si era riposato, c'è da considerare il fatto che se si è schiavi del lavoro non si può avere il tempo per coltivare attraverso l'orazione la relazione con il Signore e per mezzo della carità, dell'ascolto e della solidarietà la relazione con i fratelli e con le sorelle.


Signore, aiutaci ad avere più tempo per amare gratuitamente Te e le persone che ci metti accanto. Così sia.


La voce di un santo Papa

«Opponendosi all'interpretazione troppo legalistica di alcuni suoi contemporanei, e sviluppando l'autentico senso del sabato biblico, Gesù, «Signore del sabato» (Mc 2, 28), riconduce l'osservanza di questo giorno al suo carattere liberante, posto insieme a salvaguardia dei diritti di Dio e dei diritti dell'uomo. Si comprende così perché i cristiani, annunciatori della liberazione compiuta nel sangue di Cristo, si sentissero autorizzati a trasporre il senso del sabato nel giorno della risurrezione».

GIOVANNI PAOLO II, Dies Domini, 63


Don Giuseppe Tilocca - giustiloc@tiscali.it