Omelia (23-01-2006) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento Marco 3,22-30 Dalla Parola del giorno In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non avrà perdono in eterno. Come vivere questa Parola? Una frase che ci lascia perplessi: dunque vi sono peccati per cui non c'è remissione? La frase va inquadrata e letta nel suo contesto. Gesù è attorniato da una folla che pende dalle sue labbra ed è sbalordita ed entusiasta dei miracoli che compie. A questo punto si introduce, disturbante, la presenza degli scribi. Non possono negare il potere e il fascino che Gesù esercita e ne cercano una giustificazione razionale. Di per sé cercare di scandagliare il mistero di Dio per meglio conoscerlo, amarlo e servirlo è cosa più che encomiabile. Ciò che vizia questa ricerca è il partire da preconcetti, porre presupposti che non si intende sottoporre al vaglio di una retta e onesta critica. Gli scribi partono dal presupposto che quanto si realizza in e per mezzo di Gesù non può venire da Dio. Come giustificare allora un potere che si rivela chiaramente sovrumano? Se si esclude Dio non rimane che rifarsi al demonio. Non esitano quindi a tacciare Gesù di indemoniato e così chiudersi alla sua azione salvifica. La "bestemmia contro lo Spirito Santo" è appunto questo ostinato e pregiudiziale chiudersi a Dio. La salvezza, il perdono è gratuito dono del Signore, ma presuppone la disponibilità ad accoglierlo. Non è quindi Dio che nega il suo perdono, ma è l'uomo che lo rifiuta. Non c'è colpa di fronte alla quale la misericordia di Dio cessi di effondersi. Posso essere il peccatore più incallito, posso aver commesso le più orribili malvagità, ma nel momento in cui mi spalanco alla grazia, permettendo a Dio di rigenerarmi con il suo perdono, io sono una creatura nuova. Oggi, nella mia pausa contemplativa, rifletterò sul dono inestimabile del perdono di Dio e lascerò che il mio cuore si schiuda alla riconoscenza umile e gioiosa. Cosa c'è di più divino del tuo perdono, Signore? Eppure ne parliamo con tanta superficialità, ci accostiamo al Sacramento della Riconciliazione senza fremere di riconoscenza e di gioia. Donami, Signore, di cogliere la grandezza di ciò che avviene quando un tuo ministro mi dice: «Io ti assolvo», e non permettere che svenda facilmente ciò che in quel momento tu hai ricreato in me. La voce dei primi secoli della Chiesa Un soldato domandò un giorno a un anziano se Dio concede il perdono ai peccatori. E l'anziano rispose: "Ditemi, carissimo, se il vostro mantello è strappato, voi lo buttate via?" Il soldato replicò: "No, lo accomodo e continuo a usarlo". L'anziano concluse: "Se voi vi prendete cura del vostro mantello, Dio non sarà misericordioso verso la propria immagine?" Dagli Apoftegmi |