Omelia (04-02-2002)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Abisai disse al re: "Perché questo cane morto dovrà maledire il re mio signore? Lascia che io vada e gli tagli la testa!". Ma il re rispose: "[...] Se maledice è perché il Signore gli ha detto: Maledici Davide! E chi potrà dire: Perché fai cosi?" (" Sam 16,9-10)

Come vivere questa Parola?
Il re Davide sta vivendo un'ora drammatica della sua vita. Il figlio Assalonne gli si è voltato contro. Egli ha perso credito presso i suoi, a tal punto che c'è chi osa maledirlo e dirgli: "Vattene, vattene, sanguinario scellerato!". Abisai reagisce. Non solo deplora che il suo re sia insultato, ma propone di fare subito giustizia, uccidendo chi lo insulta. Il comportamento di Davide è una grande lezione per noi. Dalla sua profonda visione di fede, scaturisce una decisione di sopportazione umile e di mitezza. Memore di aver fatto uccidere il suo generale Uria dopo essersi unito alla moglie di lui, dice con cuore contrito: "Lasciate che maledica perché glielo ha ordinato il Signore. Forse il Signore guarderà la mia afflizione e mi renderà il bene, in cambio della maledizione di oggi". Ciò che emerge è il fatto che Dio è al primo posto per Davide. E' Lui che conta più di tutto e di tutti. E' in Lui che egli "legge" il suo vissuto e viene deprecato il suo peccato. E' a Lui che si rimette e si affida con umile fiducia.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, provo a riandare ai momenti in cui ho subito torti, offese. Ho saputo connetterli con quello che di ingiusto e di offensivo (per Dio e per i fratelli) io ho operato? Pazientare dunque senza contraccambiare le offese è possibile e bello! Solo però se confido nel Signore, nella sua volontà sempre nuova di benedirmi e di rendermi nuovo in Lui.

La voce di un profeta dei nostri giorni
La misura del tuo perdono, a chi ti ha fatto un torto, non sia la condiscendenza. Corri da lui, rialzalo, abbracciandolo. Con la forza di Dio, abbi amore per lui.
Lanza del Vasto