Omelia (04-02-2024) |
padre Ezio Lorenzo Bono |
“Un professore”. L' occasione perduta di una splendida serie televisiva I. Fino a a pochi anni fa vedevo film e serie televisive quasi esclusivamente americani in quanto per me gli americani erano i principali maestri della settima arte. Ultimamente, grazie a piattaforme online che facilitano l'accesso a tanti film e serie di tutto il mondo, ho scoperto a sorpresa che ci sono tanti paesi inimmaginabili produttori di film e serie spettacolari addirittura migliori di quelli americani. Anche in Italia recentemente sono stati prodotti film davvero belli, per non parlare delle serie televisive. Già avevo commentato la meravigliosa serie "Mare fuori" con le bellissime figure dei dirigenti e educatori del carcere minorile. Un'altra serie veramente bella è "Un professore" con i bravissimi attori tra il quali eccelle il Prof. di filosofia Dante Balestra (Alessandro Gassman). In ogni puntata viene presentata l'idea centrale di un filosofo che viene "usata" come risposta agli eventi che si succedono nello svolgersi di ogni capitolo. Ero curioso di arrivare all'ultima puntata per conoscere la proposta conclusiva che veniva consegnata ai giovani studenti e (senza voler spoilerare) son rimasto profondamente deluso nel vedere che la proposta finale era quella di Epicuro. Quei cari studenti, così come tutti gli studenti del mondo meritano molto di più di Epicuro, o di Nietzsche o di tanti filosofi materialisti. La ricetta della felicità di Epicuro è semplicemente un'illusione: la felicità non è assenza di dolore o di paure, ma è presenza di un senso profondo che riempie di significato e bellezza la vita. Le ultime battute della lezione al parco, avevano suscitato una grande speranza, quando il Prof. alla domanda di Heidegger "Perché c'è qualcosa invece di nulla?" disse che quasi nessun filosofo c'è riuscito a dare una risposta, e che Sant'Agostino ritenesse questa una domanda inutile, "perché se uno crede (dice il Prof. Dante) la risposta ce l'ha dentro di sé, ma se uno come me non crede deve..." e qui si interrompe per andare ad abbracciare e baciare Anita, l'ultima fidanzata delle tante, che era sopraggiunta in quel momento. Non ho capito se non si è data una risposta perché non c'è una risposta, o se perché si è voluto dire che la risposta finale è l'amore. È vero che è l'amore, però quell'amore tra Dante e Anita era poco credibile. Non tanto per i trascorsi da donnaiolo del "Professore PeterPan" (chi non è capace di amare una donna sola è incapace di amare veramente) ma anche per i recentissimi tradimenti di entrambi, mentre erano impegnati uno con l'altra nella loro storia importante. II. Il Vangelo di questa domenica che narra della guarigione della suocera di Pietro ci parla di una malattia che deve essere debellata prima di mettersi al servizio degli altri e prima di fare qualsiasi altra cosa, come per esempio educare. Si tratta della malattia di vivere, che soffoca la nostra capacità di fare del bene inguaiandoci nei tentacoli del non senso, e cioè nella morsa del nichilismo e del vuoto assoluto che è la morte, la quale se considerata come l'ultima parola su di noi e sul mondo, svuota di ogni significato e bellezza la nostra esistenza. Se siamo prigionieri della malattia di vivere, e cioè se crediamo che alla fine di questa vita c'è solo la morte, come possiamo educare gli altri al grande mistero della vita? Varie filosofie e tradizioni religiose hanno tentato di dare risposta a questa questione fondamentale. Gesù guarisce da questa febbre in modo radicale. Non si guarisce un cancro con le aspirine o con dei rimedi palliativi. Il male di vivere o il vuoto di senso non si guarisce con i ripetuti balbettìi dei filosofi i quali fanno bene il loro mestiere quando formulano le domande, ma sono un disastro quando tentano di dare le risposte. La risposta al perché della vita sta altrove. Sta nel totalmente Altro. Il giorno dopo che oltre a guarire la suocera "guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni", Gesù, continua il vangelo, "al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava". È nella relazione con Dio attraverso la preghiera che troviamo la risposta alle grandi domande della vita. Pietro invece, ancora più ammalato della suocera, rimprovera Gesù di stare a "perdere tempo" pregando, quando c'è così tanto da fare. È un rimprovero che ho sentito varie volte durante i miei 25 anni in missione in Brasile e in Africa, da parte di chi "suggeriva" ai missionari di non perdere tempo e risorse per cose "spirituali" come evangelizzare, amministrare sacramenti, pregare e far pregare..., ma di dedicarsi a risolvere i problemi materiali delle persone. Ma a cosa vale vivere persino in un castello dorato se siamo afflitti da un cancro incurabile? Sarà che vivremo contenti? Non è più urgente guarire dalle nostre malattie per vivere meglio la nostra vita? III. In conclusione. La serie "Un Professore" oltre che ad essere un piacevole intrattenimento, secondo me poteva essere anche un'occasione educativa ancora migliore. Se a quella domanda cruciale ("Perché esiste qualcosa invece di nulla?") il Prof. Dante invece di dire che lui non credeva, avesse rilanciato verso l'alto, verso il grande mistero del mondo e della vita, avrebbe aperto il cuore e la mente dei suoi studenti verso l'infinito. Dante, stavolta non il Professore, ma il Sommo Poeta della Divina Commedia, dopo essere uscito "a rivedere le stelle" termina il suo viaggio con la sua Beatrice guardando oltre con stupore, verso "l'Amore che muove il sole e le altre stelle" (Paradiso, XXXIII, v. 145). Papa Francesco ha ripetuto più volte agli educatori in occasione del suo visionario progetto del "Patto Educativo Globale" che "Non possiamo tacere alle giovani generazioni le verità che danno senso alla vita". Ecco che allora, caro Prof. Dante Balestra, secondo me avresti potuto dire ai tuoi studenti che i nostri poveri amori zoppicanti acquistano le ali dell'infinito se inseriti in un orizzonte di senso, e cioè se inseriti nell'Amore infinito che muove il sole e le altre stelle. Perché, caro Prof. Dante, oltre che a camminare, dovremmo tentare di insegnare ai nostri cari studenti, anche a volare. ___________ Cari lettori. I video (in italiano e portoghese) dei miei commenti al Vangelo della Domenica li potete trovare sulla mia Pagina Facebook , o sul mio canale Youtube . Il testo delle riflessioni tradotto in inglese e portoghese lo potete trovare sulla mia WebPage nella sezione "meditazioni". |