Omelia (04-02-2024) |
don Giampaolo Centofanti |
In Gesù tutto nasce dalla preghiera, ma più profondamente possiamo dire dalla progressiva vissuta unione col Padre. È il Padre che lo porta nella preghiera e verso gli altri. Quella è la sempre più piena preghiera e carità al tempo stesso. E i suoi discepoli imparano da lui, lo pregano per esempio per la suocera di Pietro. La febbre può indicare il malessere di quella donna perché Pietro invece di pescare e portare soldi a casa va in giro con Gesù. Ma la preghiera dei discepoli porta Gesù da quella donna e lei supera le ansie, i giudizi, e ritorna alla luce della fede in Gesù che si comprende aveva già ricevuto in dono. È bella la leggerezza, lo sguardo sereno, con la quale Gesù la prende per mano incoraggiandola a superare quell'inceppamento. Quella donna si lascia aprire il cuore dalla grazia e che dono meraviglioso è non chiudersi a questa vita bella che sta venendo in lei. In questo brano vediamo anche che questa apertura la pone in aiuto di Gesù e dei discepoli, per il loro ristoro ma anche per l'accoglienza di tanta gente, anche tanto sofferenti, di quella città. Tutta la città era riunita davanti alla porta in quella mite sera quanta pace, fiducia, quante grazie, guarigioni, per l'apertura del cuore di quella suocera. Se lei avesse tenuto il cuore chiuso nel suo malessere quell'accoglienza serena e amorevole non sarebbe stata possibile. Ecco anche noi quando cerchiamo di non lasciarci dominare da ansie, ferite, rabbie, ma cerchiamo di agire con sereno buonsenso ci lasciamo portare dall'opera di Gesù non solo per noi ma anche per gli altri. Dio non ti talora di non difenderti, ma di farlo, quando è davvero necessario, con buonsenso e tante volte di lasciar correre tante cose, di cercare sempre di dare spazio alla sua serena luce, che porta pace, vita, ogni bene, a tutti. Che bello farsi piccoli strumenti della sua opera in un mondo tanto ferito e sofferente! |