Omelia (04-02-2024)
don Michele Cerutti
La gloria di Dio è l' uomo vivente

Se pensiamo al luogo in cui Gesù opera in questo brano, che viene sottoposto alla nostra meditazione, subito siamo sorpresi che il Maestro compie un miracolo in un luogo particolare, la casa e non la sinagoga.

Pensiamo ai versetti dell'Apocalisse quando il Signore dice: Io sono alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta io cenerò con Lui.

Cari amici, il luogo in cui Dio compie le sue meraviglie è quello in cui è più forte l'intimità.

In una casa sperduta di Nazareth, presso una giovane Vergine di nome Maria, inizia la storia della salvezza.

Uno dei primi miracoli compiuti dal Maestro è presso la casa di Simone e di Andrea.

A volte pensiamo che il Signore agisce nei grandi templi o nelle grandi circostanze.

Dio ci sorprende tutti quanti e compie le sue meraviglie nei luoghi più impensabili e questi due discepoli che lo avevano seguito in Sinagoga e ora lo ospitano in casa sono testimoni che veramente il Signore mantiene a fede le sue promesse.

Io sono alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta io cenerò con Lui.

La suocera di Simone verrà toccata dalla grazia di Dio e quella malattia che l'aveva limitata scompare e inizia il momento di esprimere la gratitudine mettendosi a servizio.

Domandiamoci: Quante volte il Signore ci ha toccato con la sua grazia e noi non lo abbiamo ringraziato?

Ma come ringraziare? Mettendoci a nostra volta al servizio dei fratelli.

Nella preghiera è importante ritagliare il tempo per ringraziare, ma poi c'è chiesto di concretizzare con la nostra vita ciò per cui abbiamo pregato.

Gesù esce dalla Sinagoga e va incontro ai fratelli cerca di realizzare quello che nel raccoglimento ha vissuto.

In quella giornata di Cafarnao è come se trovassimo proiettato tutta la dinamica della fede.

Gesù alterna orazione ed azione mostrando una continuità.

La vita di fede non può essere a compartimenti stagni. Uno dei rischi in cui possiamo incorrere è quello di vivere una sorta di dualismo. Il mio tempo per la preghiera e il tempo della vita come se fossero separati.

Con questi episodi il Vangelo smonta una tale visione e dà alla fede un maggiore respiro.

C'è un secondo aspetto che secondo me il brano fa scaturire.

Gesù agisce in Galilea ai margini dell'Impero Romano crogiuolo di culture lontano dal centro politico e religioso.

L'opzione preferenziale per le periferie ovvero per quei luoghi visti con disprezzo dall'èlite politica, pensante e a volte anche religiosa emerge in questi versetti.

Quando Papa Francesco insiste sulla dimensione delle periferie troviamo fondamento nel Vangelo.

Gesù agisce lontano dal potere proprio perché ha a cuore l'uomo.

Sorprende proprio come gli umili di cuore lo comprendono e lo seguono perché vedono in lui il grande taumaturgo.

Se si tiene lontano dal potere quello che sorprende è che Gesù è anche lontano dalle logiche di successo proprio perché non va alla ricerca di acclamazioni, ma al centro sa che la gloria di Dio è l'uomo vivente, come dice Sant'Ireneo.

Per questo si spinge per altre zone perché il messaggio del Vangelo possa raggiungere anche altri.

Uno dei mali che affligge un po' tutti noi chiamati anche in una comunità ad avere una responsabilità il cercare a tutti i costi quella popolarità a basso mercato che ci appaga rischiando poi di essere risucchiati da logiche mondane.

La faccio prima per me la preghiera di vivere la mia fede non nella dimensione del protagonismo, ma del servizio e la estendo a tutti coloro che con me vivono l'esercizio ministeriale e la dono, nello stesso tempo, a tutti perché nell'essere in mezzo per servire e non per essere serviti non si viva cercando tornaconti personali, ma tutto sia indirizzato alla gloria di Dio che ha al centro l'uomo vivente.