Omelia (04-02-2024)
padre Paul Devreux


In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei.

Stupisce questa situazione, perché sappiamo che Gesù già abitava in quella casa, e quindi da lì è uscito la mattina. Come mai ora questa donna è malata? Cos'è questa febbre improvvisa? Forse è una semplice febbre, ma facciamo anche un'altra ipotesi. Mettiamoci nei panni di questa donna. Lei ha già tanto da fare per sua figlia, per Simone e chissà quante altre persone ha in casa abitualmente. Ma ecco la novità: Simone insieme a suo fratello, ha le crisi mistiche. Piantano tutti e se ne vanno da Giovanni battista. Poi tornano e se ne vanno in sinagoga appresso ad un certo Gesù di Nazareth! Brutta gente. E ora mi piombano in casa in cinque, all'ora di pranzo, e io dovrei mettermi a servirli? Mettetevi nei miei panni. Io mi butto malata; s'arrangino.

Questa è solo un'ipotesi, ma è un buono spunto per farmi pensare a tutte le situazioni in cui io decido, per qualche motivo, di non servire; di non lasciarmi strumentalizzare.

I discepoli sono a disagio. Erano entrati pieni d'entusiasmo, col desiderio di fare festa, ma questa malattia e il clima che c'è in casa li gela, e son costretti a parlarne con Gesù.

Ricordiamoci che questa donna è nella casa di Pietro e quindi è in chiesa. Rappresenta chiunque nella chiesa non è in grado di servire o si rifiuta di farlo.


Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.

Cosa non fa Gesù? Non la critica, non la giudica, non le fa la morale, non la condanna ne decide d'ignorarla. Prima di tutto si avvicina, si fa suo prossimo, suo fratello. Poi la prende per mano per aiutarla ad alzasi; cioè si mette al suo servizio. Questa donna deve essersi sentita capita e amata così tanto che dimentica tutto il suo malessere e le viene voglia di rimettersi a servire, così come è stata servita lei. Questo è il miracolo dell'amore che guarisce e sana le ferite.


Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.

Alle diciotto, il sabato è finito, e ci si può muovere. Notiamo che i malati non sono in grado di andare da soli, per cui vengono portati da Gesù. Questa è la nostra missione. Portare da Gesù.


Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».

Povero Simone. Questa è la sua prima cosciente delusione. Pensate con che trepidazione va a cercare Gesù, perché finalmente tutti lo cercano! Tante volte anche io prego Gesù di venire e intervenire in tante situazioni, a fin di bene, e lui non fa quello che voglio. Il Signore sa meglio di noi come e quando intervenire nella vita delle persone. Io mi lascio prendere dall'urgenza del momento. Lui è molto più lungimirante. Lasciamo fare a lui.


E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Signore grazie per la tua Parola, che ha il potere di cambiare le situazioni. Liberaci dalla tentazione di spiegarti cosa devi fare e facci strumenti della tua Parola.