Omelia (27-01-2006)
Monaci Benedettini Silvestrini
E' il piu' piccolo dei semi

Gesù lega il suo messaggio evangelico sempre alle piccolezza, all'essere piccoli, al non apparire grandi agli occhi degli uomini. Non bisogna fraintendere, però: non è il messaggio per le piccole méte, per i traguardi che sembrano facili. Nel messaggio evangelico essere piccoli non significa essere ingenui nella fede; essere piccoli non significa non crescere nella fede; non significa rimanere legati con il cordone ombelicale alla propria realtà terrena. Cosa significa, allora questo richiamo di Gesù. Ricordiamo, anche, il salmista che non vuole che il suo cuore si inorgoglisca e non cerca cose superiori alle sue forze. Usa la bella e tenerissima immagine del bimbo svezzato in braccio alla madre. È un bimbo che gode di un rapporto di amore perché non ha bisogno del latte materno. È una immagine che ci apre, quindi all'insegnamento di Gesù che ci dice che essere piccoli agli occhi degli uomini significa essere grandi agli occhi di Dio, che non guarda le apparenze. Come superare questo divario, come essere piccoli per uomini e grandi per Dio? Gesù ci invita alla risposta: affidarsi completamente all'agire di Dio, che è ben più potente ed efficace del nostro misero affannarsi terreno. Il seme cresce sempre, dopo essere stato piantato. Essere piccoli, significa allora questo rapporto di fiducia completo che rispetta la nostra libertà e si propone come un nuovo vincolo di amore, più puro e meno interessato. È un percorso che ci introduce nel Mistero di Cristo; Egli stesso, per primo, si è fatto piccolo, si è umiliato fino all'abbandono completo. Gesù ci propone una immagine, ci esorta con un insegnamento, ci indica una via e si propone come nostro modello e nostro fondamento e nostra méta.