Omelia (28-01-2006)
Monaci Benedettini Silvestrini
Chi e' costui?

È la domanda che ricorre nella prima del Vangelo di Marco. La risposta non è ancora data; ogni episodio fornisce un elemento in più, ogni avvenimento ed ogni miracolo invita a guardare più in profondità il Volto del Signore. La domanda dei discepoli ci impegna, perché riconoscono in Gesù un potere che non è umano. Si sentono sballottati dalla tempesta, vedono ormai che la loro barca è in dominio delle forze del mare e del vento, non hanno più una guida ed una rotta sicura. Gesù sembra dormire, sembra impotente su quanto sta succedendo. Richiesto il suo intervento, si ridesta dal sonno, per ristabilire la calma, e ciò suscita, però, perplessità: chi è costui che domina i venti ed i mari. Gesù sta svelando il suo Volto, si sta proclamando Signore e vuol dimostrare che il suo potere è ben superiore alle capacità umane. Si ricorderanno di ciò i discepoli quando lo vedono morire sulla Croce? La Croce non è un episodio accidentale nella missione di Gesù Cristo, e non controllabile da parte sua. Il miracolo di oggi ci invita ad una preziosa lettura della Passione di Cristo, come evento iscritto nelle possibilità trinitarie ed evento di grazia, fonte della nostra vita sicura nel travaglio della nostra esistenza. Gesù sulla Croce sembra impotente rispetto alle vicende umane; sembra sconfitto, tutto appare perduto. Non risponde all'incitazione di chi vorrebbe che scendesse dalla Croce; gli eventi naturali sembrano sottolineare questa sconfitta. Proprio in questo momento, allora si capisce che Gesù sta manifestando il massimo della gloria. Egli può scendere dalla Croce e non lo fa; può ordinare agli eventi di placarsi ma lascia che tutto si compia. La manifestazione della sua Resurrezione renderà allora visibile quella gloria che aveva nella potenza della Croce. Allora capiremo che il Gesù risvegliato sarà il vero padrone della nostra vita.