Omelia (20-02-2024) |
don Giampaolo Centofanti |
Il Padre nostro è il credo di Gesù, la sua professione di fede. La grazia porta gradualmente nella preghiera, dunque subito insegna a lasciarsi portare dalla grazia pregando come e quanto si matura davvero, liberamente, con semplicità e buonsenso nella fede, senza forzature, sensi di colpa... Dio è creatore e Padre buono. Poi insegna ad invocare i doni della fede, della speranza, della carità, che non è un amore solo orizzontale ma un amore gradualmente vissuto in Dio, nella sua volontà, opera e potenza, nella comunione del cielo e della terra. Poi ci insegna a chiedere ogni bene spirituale, umano, materiale, affidati alla sua provvidenza. Tutto viene da Dio, dalla sua grazia, Gesù è in noi, in mezzo a noi, è il pane della vita, è semplice e buono come il pane, gioioso, vivo, come il vino. Non di solo pane vive l'uomo non significa che da un lato vi è il pane e dall'altro i bisogni spirituali, ma appunto che abbiamo bisogno di ricevere ogni bene da Dio, e ogni bene spirituale, umano, materiale, donato da Dio è grazia. Poi ci insegna a invocare il dono della misericordia, da lui ricevuto e donato agli altri, in uno scambio reciproco. Dunque anche il nostro perdono è un suo dono, un dono della sua misericordia. Qui pongo una domanda: il non indurci in tentazione non può significare che appunto Gesù ci insegna a chiedere ogni bene nella fiducia che Dio prende il buono delle nostre preghiere, non ci darà certo cose che ci fanno male? E ci insegna a chiedere in questo modo? Poi ci insegna a chiedere la liberazione dal male, dalle sue superbie, menzogne, inganni... |