Omelia (29-01-2024) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Mc 5,1-20 Come vivere questa Parola? Il male si alimenta svuotando gradualmente la vita delle creature a cui si attacca e non è necessario essere posseduti, come il protagonista del vangelo di oggi, per rendersi conto delle conseguenze. Il male agisce nella gran parte delle volte evitando di farsi notare, facendosi bastare anche uno spazio piccolo della nostra vita per annidarsi e radicarsi nel profondo, privando di senso, emozioni e pace la nostra esistenza. Solo se lo costringiamo a palesarsi possiamo frenare la sua azione eliminando gli spazi oscuri, facendo penetrare luce lì dove non riusciva a farsi strada. Apparentemente semplice, si tratta di un lavoro complesso, un combattimento contro il male che dura più o meno tutta la vita. Per tutta la vita, infatti, tentiamo di indebolire il suo potere. Il vangelo ci racconta di un indemoniato, non solo per dirci il potere che Gesù ha sul male, ma anche per rivelare le sue modalità di azione. Nell'individuazione di due segni: l'incapacità di instaurare un legame e il procurarsi ferite da solo. Quando si logora la nostra relazione con gli altri diventa un sintomo evidente di quanto il male ci stia danneggiando. Quando operiamo scelte che ci portano al male e ci decidiamo verso ciò che più ci nuoce, saremo costretti prima o poi a pagarne le conseguenze. La liberazione da questa schiavitù, può avvenire solo attraverso l'incontro con Cristo, relazione imprescindibile per far tornare la vita ad essere pienamente umana.
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