Omelia (25-02-2024) |
padre Ezio Lorenzo Bono |
Mark Rothko: il pittore della luce perfetta I. Pochi giorni fa, in occasione del mio compleanno, sono andato a visitare la splendida mostra di Mark Rothko, presso la Fondazione Louis Vuitton a Parigi. Questo famoso artista statunitense di origine ebraiche, uno dei protagonisti dell'espressionismo astratto, morto nel 1970, è uno dei miei artisti preferiti, e vedere i suoi quadri dal vivo è stata un'esperienza intensa, che mi ha coinvolto e emozionato molto. Nelle sue opere si percepisce lo svolgersi di un itinerario alla ricerca dell'assoluto. Dopo aver iniziato la sua carriera dipingendo quadri figurativi che rappresentano scene di vita metropolitana, abbandona ben presto le figure e le forme per produrre quadri di grandi dimensioni formati da due o tre rettangoli orizzontali dai colori sfumati, dai quali si sprigiona una luce invisibile, misteriosa. L'artista aveva scritto: "Io penso che il colore, aiutato dalla luce, entri in relazione con l'anima e comporti conseguenze emotive inattese". Ma il suo itinerario continua, e va oltre il colore. Dirà infatti: "Non sono interessato al colore. È la luce ciò che ricerco". Nella sua ultima opera, i 15 enormi pannelli neri della Rothko Chapel, sparisce anche il colore, rimane solo il nero con qualche sfumatura impercettibile di altri colori, dai quali si trasfonde un polline di luce. Mark Rothko ha creato un nuovo concetto di spazio pittorico, unico nel suo genere, diverso da quello naturalistico e prospettico. Uno spazio-colore-luce vibrante, quasi ipnotico, che invita alla contemplazione, all'incanto. II. L'esperienza della luce, tanto ricercata da Rothko, è l'esperienza che hanno fatto i tre apostoli del vangelo di questa domenica sul Monte Tabor, quando videro Gesù trasfigurato. Si tratta però di esperienze con una grande differenza: se per il nostro artista la luce che aveva trovato fino allora era qualcosa di fievole, quasi in penombra, per i tre apostoli fu invece la manifestazione di una luce sfolgorante in tutta la sua bellezza. L'evangelista Marco ci dice infatti: "Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche". I tre vengono rapiti dalla luce e capiscono che Gesù è la luce tanto ricercata nei giorni bui della propria esistenza, e non vorrebbero allontanarsene mai più: "Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne". Facendo l'esperienza della luce anche loro ne escono trasfigurati. Penso che ciascuno di noi nel proprio cammino di fede abbia avuto i suoi momenti di trasfigurazione, abbia visto la luce. Forse non sfolgorante come quella del Tabor, magari un raggio di luce, un piccolo squarcio nel cielo dell'infinito, che ci ha però permesso di continuare il cammino anche nei giorni tristi, bui. Questa luce-verità è Cristo che ha detto "Io sono la verità" e che noi abbiamo conosciuto. Le difficoltà della vita ci potranno mettere alla prova ma in scacco mai, perché la luce della verità, che è la luce di Cristo, illumina il nostro cammino e quindi non potremo inciampare mai. III. In conclusione. Rothko, fu definito un mistico alla ricerca del sacro attraverso la luce, un ricercatore della luce perfetta. La ricerca della luce è ricerca della verità. Lo stesso Rothko aveva affermato che le sue tele "distruggono l'illusione e rivelano la verità". Direi piuttosto che le sue tele non rivelano la verità, ma la ricerca della verità. Alla fine di questa ricerca della luce ci saranno solo due epiloghi: o Dio o il nulla. Recentemente, in occasione della mostra a Parigi, un critico d'arte (Francesca Vertucci sul Sole 24 ore del mese scorso, 17-1-2024) ha scritto che di fronte ai quadri di Rothko si fa un'esperienza di «contemplazione, quasi a evocare "un sentimento di benessere oscurato all'improvviso da una nuvola". Sì, perché le opere di Rothko sono intrise di un misticismo che si deve sentire dentro, non guardare, per spalancare le porte del nebuloso inconscio: un compito possibile solo a chi sa orchestrare bene la propria sensibilità». Anche i nostri tre apostoli fecero un'esperienza di contemplazione, pure loro furono avvolti da una nuvola, ma anche qui con esiti diversi dall'esperienza di Rothko. «Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: "Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!". E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro». Rothko purtroppo non è arrivato a questa scoperta, e dopo la nuvola non ha visto proprio nulla, è rimasto solo, con la sua solitudine. Il 25 febbraio del 1970 fu trovato senza vita nel suo appartamento di New York, dopo essersi tagliato le vene. Quando la nuvola svanisce, e cioè dopo l'affanno della ricerca della luce-verità, se non trovi Gesù, trovi solo il nulla. Aiutare ad incontrare Cristo è il più grande atto di umanità che possiamo fare nei confronti degli uomini e le donne del nostro tempo, perché noi sappiamo che se dopo il dissolversi della nuvola non trovi Cristo, non ti rimane assolutamente nient'altro da cercare. _______ I video (in italiano e portoghese) dei miei commenti al Vangelo della Domenica li potete trovare sulla mia Pagina Facebook, o sul mio canale Youtube. I testi dei commenti tradotti in inglese e portoghese li potete trovare sulla mia WebPage. |