Omelia (27-02-2024) |
don Giampaolo Centofanti |
Quando si vive di apparenze, attaccati a certi ruoli, non si è sulla via per accogliere l'amore di Dio che orienta sempre più a vivere rapporti semplici, autentici, con il cuore sempre più nella grazia vivificante. Allora è più difficile cogliere che la Parola di Dio non è una regola astratta ma un seme che viene con amore, comprensione, per l'autentico cammino di ciascuno, con le sue difficoltà, i suoi passaggi graduali, personalissimi. Sulla strada esteriore si alimentano le proprie insicurezze, la propria eccessiva dipendenza dal giudizio altrui, non si trovano più facilmente riferimenti autentici per confrontarsi sulla propria vita reale. Invece sulla via della crescita sincera e autentica si percepisce che le persone mature non giudicano secondo le apparenze, in base ai sentito dire, ma aspettano sempre di conoscere con attenzione ed in profondità e sapendo che alfine il profondo del cuore dell'uomo lo conosce solo Dio. Per cui un bimbo o un alienato può essere più vicino a Dio di un grande santo. Ed è per questi motivi che Gesù, che pure insegna a pregare che il Padre mandi operai nella sua messe, fa capire che questi operai, preti, suore, laici, fanno bene a stare al loro posto aiutando chi desidera ad entrare in contatto con l'amore meraviglioso di Dio ma lasciando che il discernimento di sintesi sulle decisioni da prendere lo faccia la persona con Dio e non loro. |