Omelia (02-03-2024)
don Giampaolo Centofanti


In quel tempo, si avvicinavano Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Non può succedere così anche oggi? Mettere barriere davanti a Gesù? Deducendoli da propri ragionamenti e non meditando con il cuore la vita di Gesù? Quando il figlio minore chiede al padre di dargli la parte del patrimonio che gli spetta il padre non dice una parola, divide le sostanze tra i figli. Il testo per esprimere ciò usa termini che contemporaneamente significano spezzò la vita per loro. Il padre non si diverte sapendo che il figlio soffrirà sulla strada scelta, vedendo la comunione familiare rotta... Ma non dice una parola, comprende che il minore deve fare le proprie esperienze. Invece esce a pregare (Dio prega l'uomo!) il maggiore di entrare alla festa, gli spiega, cerca di mostrargli un oltre rispetto al proprio cuore chiuso... Dio non è una regoletta meccanicamente ripetuta: ama, parla, a misura della vita della specifica persona per aprire a ciascuno, se lo vuole, il cuore con delicatezza. Il brano è pieno di letture diverse di una stessa realtà in base al cuore di chi legge. Come quella citata sopra, sostanze patrimoniali e vita spezzata. Il minore va a mettersi a servizio ma il testo dice ad incollarsi, a vivere una malsana dipendenza, da un abitante del luogo, chiama salariati i servi di Dio, il maggiore chiama un servo "pischelletto", sente musica e danze invece che sinfonie e cori... Il cammino della fede orienta a dare i giusti nomi alle cose, a non perdere i doni...