Omelia (23-02-2002) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. Come vivere questa Parola? Il comando di oggi è essere perfetti! Chi non si sente inadeguato? Chi non si sente appesantito da un simile imperativo? Lo stesso vale per il comando contenuto nella prima lettura odierna (Dt 26,16-19): osservate le leggi di Dio! Chi si sente all'altezza di ciò? Se Israele, il popolo eletto, ha sempre trasgredito le leggi del Signore, forse io potrò far meglio? Come è possibile dunque che il giogo di Dio sia soave, il suo carico leggero? Sembra il contrario! Il fatto è che la lettura che ne abbiamo dato finora è parziale. Gesù non dice solo: "Siate perfetti"; ma: "Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro". La differenza sta in quel "come": per essere perfetto, non devo cercare forze e risorse in me stesso; no, devo solo guardare a Lui, fare come Lui. La perfezione non si raggiunge tramite l'ascesi, ma tramite l'imitazione: la perfezione non è un ideale astratto, ma una persona, il Padre. Lo stesso vale per quel che è scritto nel libro del Deuteronomio. Non si dice solo "Osserverai le sue leggi", ma anche "Obbedirai alla sua voce". La legge non è una norma astratta, ma una voce, una persona, il Padre! La perfezione nel Vangelo è amare Dio e i fratelli: ed è davvero un carico leggero, sia perché Dio per primo mi ama, sia perché l'amore ripaga subito di ogni fatica. Basta chiederlo a una mamma: cosa c'è di più dolce di un sacrificio fatto per amore? Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi fermerò a domandarmi cos'è che mi pesa, cosa faccio con fatica: e mi chiederò se quella cosa mi risulta faticosa semplicemente perché non la faccio con amore. La voce di un "Padre del deserto" contemporaneo "Seguimi – dice Gesù – io sono la tua regola: fai tutto quello che avrei fatto Io." Charles de Foucauld |