Commento su Gv 2,13-25
Come vivere questa Parola?
Gesù entra nel tempio e agisce per liberare, per purificare la casa di Dio. I giudei chiedono un segno che giustifichi il suo modo di agire, la risposta di Gesù fa vedere che loro e lui sono in sponde opposte. Le stesse parole sono capite in un senso diverso, soltanto alla luce della risurrezione si capirà di quale tempio parlava Gesù. Mentre molti di loro credevano in lui, Gesù non si fidava di essi perché li conosceva e sapeva ciò che c'era nel loro cuore, ciò che c'era dentro di ognuno.
Mi domando se riesco a capire il linguaggio di Gesù, i segni che mi dà ogni giorno. Dovrà anche Gesù venire anche nel mio cuore per espellere, per far uscire tutto quello che non lascia che io sia totalmente di Dio, che io sia tempio suo. Mi confronto, confronto il mio cuore con il suo sguardo, e mi chiedo se per Gesù sono una persona affidabile, Lui meglio che nessuno conosce ciò che c'è dentro. Confido mi guardi con occhi di misericordia e mi aiuti ad essere qualcuno del quale lui e gli altri si possano fidare.
Signore, dammi un ascolto profondo per poter capire il tuo modo di parlare, per poter capire i tuoi segni. Donami un cuore del quale tu e gli altri possano fidarsi.
La voce di un Padre della Chiesa
"Distruggete questo tempio e io in tre giorni lo farò risorgere" (Gv 2, 19). Gli uomini grossolani e limitati alla pura sfera materiale mi sembrano simboleggiati da quei Giudei che si erano irritati perché Gesù aveva cacciato i venditori dalla casa del Padre suo. Essi chiedevano un segno a prova che agiva giustamente e che operava come Figlio di Dio, cosa che essi nella loro incredulità non volevano ammettere. Ma il Salvatore rispose unendo insieme figura e realtà, cioè il tempio e il suo corpo. A coloro che gli chiedevano: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?», disse: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Ambedue, sia il tempio che il corpo di Gesù, secondo un'interpretazione possibile, mi sembrano figura della Chiesa. Questa infatti è edificata con pietre viventi. È divenuta «un edificio spirituale per un sacerdozio santo» ( 1 Pt 2, 5). È edificata «sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù» (Ef 2, 20) e perciò si chiama tempio. È vero però anche che «voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte» (1 Cor 12, 27). Se così è, può bensì venire distrutto ciò che congiunge le pietre del tempio. Può certo accadere che queste pietre vengano disperse come sta scritto nel salmo 21, il che significa, fuori metafora, che le ossa di Cristo possono essere scompaginate dalle tribolazioni e dalle persecuzioni di coloro che combattono l'unità del tempio. Tuttavia il tempio verrà riedificato e il corpo risusciterà il terzo giorno, cioè dopo il giorno della sua tribolazione e dopo il giorno seguente, che è il giorno della consumazione. Ci sarà effettivamente un terzo giorno nel cielo nuovo e nella terra nuova, quando queste ossa, che sono la casa d'Israele, nel grande giorno del Signore saranno rianimate in seguito alla sua vittoria sulla morte. Così la risurrezione di Cristo, seguita alle sofferenze della croce, racchiude il mistero della risurrezione di tutto il corpo di Cristo".
Dal "Commento su Giovanni" di Origène
Sr Teresita Verhelst Solano fma - tereverso2017@gmail.com
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