Omelia (25-02-2002) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Come vivere questa Parola? L'uomo, secondo la Bibbia, è stato creato a immagine di Dio: ebbene, ciò che lo rende immagine del suo Creatore è proprio la misericordia: Essere figli del Padre, infatti, dice Gesù, significa essere misericordiosi. Ma cos'è propriamente la misericordia? In ebraico è "rahamin", che indica l'utero materno; in greco è "splànchna", che significa viscere. Misericordia è avere quel fratello o quella sorella nelle proprie viscere, concepirlo come una madre nel proprio utero. Come dice San Paolo, misericordia è piangere con chi piange e ridere con chi ride, o ancora, è avere gli stessi sentimenti gli uni degli altri: è cioè sentire l'altro, sentire la sua gioia, la sua sofferenza come la mia, perché lo porto dentro di me, nelle mie viscere, e lo percepisco come la mia stessa carne. Compatire significa appunto essere in sintonia profonda con quella persona, sentire l'altro come fosse me stesso. Com'è evidente, la misericordia è attributo per eccellenza femminile, materno: per questo, come diceva Carlo Carretto, le donne precedono sempre gli uomini nel Regno dei cieli. La misericordia è un atteggiamento tutt'altro che paternalistico. Non è guardare l'altro dall'alto in basso, e fargli magari l'elemosina. Misericordia è piuttosto nutrire una passione infinita per l'altro. E la sua caratteristica più bella, il suo segno di riconoscimento, è forse questo: che essa è direttamente proporzionale alla miseria del fratello (misericordia, alla lettera, significa "avere a cuore i miseri"). Quanto più egli è lontano, tanto più lo sento vicino: perché l'unica misura della misericordia è il bisogno dell'altro. Oggi, nella mia pausa meditativa, contemplerò Gesù Eucaristia, Gesù il cui cuore, la cui vita, appartengono ormai non a Lui, ma a tutti i suoi fratelli sulla terra, e soprattutto agli ultimi: gli chiederò di rendere il mio cuore come il Suo. La voce di un teologo bizantino Dio è amore folle ("manikòs èros") per l'uomo. Cabasilas |