Omelia (26-02-2002)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Su venite e discutiamo, dice il Signore. Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana.

Come vivere questa Parola?
Molto bello il contrasto cromatico che questa immagine della prima lettura odierna ci consegna. Il peccato dell'uomo è associato al rosso vivo e l'opera di Dio nella storia consiste nel tramutare questo colore nella luminosità e nel candore del bianco. Perché il peccato è assimilato al rosso? Questo colore in realtà non può non ricondurci con immediatezza alla realtà dolorosa del sangue versato. E in effetti ogni atteggiamento di peccato è un atteggiamento che ha come sua diretta conseguenza uno "spargimento di sangue": non sempre nel senso letterale dell'espressione, ma sempre nel senso metaforico. Ogni peccato infatti è sottrazione di vita per chi lo compie, come per chi lo subisce. Esso instaura un meccanismo mortifero di emorragia, di passione. E in senso più profondo esso rende di nuovo attuale e necessaria la Croce di Gesù, il suo versare il sangue per noi, la Sua passione, estremo atto di misericordia che diviene lavacro di salvezza capace di mondare le nostre mani insozzate di sangue e di abilitarle a gesti di pura accoglienza e gratuità.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi ricorderò di come il mio peccato mi separa dalla luminosità del bianco, somma e sintesi di tutti i colori, pienezza di vita e di vitalità. E ripeterò nel cuore, applicandola a me, la frase che Gesù ha consegnato alla donna adultera dopo averla affrancata dalla lapidazione:

"Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più" (Gv 8,11).

La voce di un trattato talmudico
Il sacrificio che è esigito da un'opera buona non è nulla davanti al vantaggio che essa ci dà, mentre il vantaggio che una trasgressione ci offre è un nulla davanti al sacrificio che essa comporta.
Detti dei Padri