Omelia (12-03-2024)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commeto su Gv 5, 1-16

Come vivere questa Parola?

La cosa peggiore che può capitare ad un essere umano non è di non essere felice, quanto piuttosto di non desiderare più di esserlo. Il paralitico appare proprio così. Pur restando in un luogo in cui ancora qualcuno miracolosamente guarisce, le sue parole suonano senza speranza: «Non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita». Gesù, anziché rassicurarlo dicendo: «Che problemi ci sono? Eccomi qua, ti sollevo e ti immergo io!», gli ordina di alzarsi, di afferrare la propria barella e riprendere a camminare. Gli rimette nel cuore il desiderio di poter vedere un reale cambiamento della propria condizione. Quella del paralitico è una storia che ci capita si sperimentare ogniqualvolta di fronte alle crisi della famiglia, del lavoro, delle vocazioni, dell'ambiente, ci sentiamo bloccati, scoraggiati, rassegnati a non vedere cambiamenti positivi nel futuro. E come lui finiamo anche noi col dire: «Non c'è nessuno che possa aiutarci a superare i problemi che ci affliggono!».


Per questo ti chiediamo: Signore, rimetti nel nostro cuore il desiderio di rialzarci per riprendere con fiducia e speranza il cammino. Così sia!


La voce di un santo Papa

Non consultarti con le tue paure, ma con le tue speranze e i tuoi sogni. Non pensate alle vostre frustrazioni, ma al vostro potenziale irrealizzato. Non preoccupatevi per ciò che avete provato e fallito, ma di ciò che vi è ancora possibile fare.

San Giovanni XXIII


Don Giuseppe Tilocca - giustiloc@tiscali.it