Omelia (14-03-2024)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Gv 5, 31-47

Come vivere questa Parola?

«Io non ricevo gloria dagli uomini», dice Gesù ai giudei che ha di fronte, mentre voi «ricevete gloria gli uni dagli altri». Rimarcando questa differenza il rabbi di Nazareth sta mettendo in evidenza il motivo per cui i suoi detrattori non lo riconoscono e non credono in lui. Ricevere gloria dagli uomini significa entrare in un circolo di aspettative mondane.

Un problema che il rabbi di Nazareth riscontra purtroppo anche tra i suoi discepoli. Anch'essi, infatti, avevano equivocato il progetto del Regno che Gesù annunciava. Immaginavano il loro Maestro rivestito di gloria regale e sognavano per se stessi di potersi sedere chi alla destra e chi alla sinistra del suo Regno. Per riconoscere e accogliere Gesù come il Cristo è però necessario cercare «la gloria che viene dall'unico Dio», quella che risplende da un trono che né i giudei né i discepoli prima del giorno di Pasqua e di Pentecoste avevano compreso.


Signore, purifica il nostro cuore dalla tentazione della mondanità spirituale. Così sia.


La voce del Papa

«La mondanità spirituale, che si nasconde dietro apparenze di religiosità e persino di amore alla Chiesa, consiste nel cercare, al posto della gloria del Signore, la gloria umana ed il benessere personale. È quello che il Signore rimproverava ai Farisei: «E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall'unico Dio?» (Gv 5,44). Si tratta di un modo sottile di cercare «i propri interessi, non quelli di Gesù Cristo» (Fil 2,21)».

Francesco, Evangelii gaudium, 93


Don Giuseppe Tilocca - giustiloc@tiscali.it