Omelia (17-03-2024) |
don Giampaolo Centofanti |
La fede non è dovere fare cose magari troppo difficili per me ma aprire il cuore per quello che posso, che davvero ho maturato dentro, con semplicità e buonsenso, nella fiducia che con questo cuore aperto lascio operare Dio. E lui, cercando io di accogliere il suo Spirito, vede che lo voglio e me lo dona sempre più. In questo brano vediamo il cammino graduale e personale di vari protagonisti di tale episodio. Per quei greci aprire il cuore è chiedere aiuto per vedere Gesù ad un conterraneo, come già rivela il suo nome greco, Filippo. Filippo apre il cuore accogliendo quella richiesta e chiedendo aiuto, per non fare da solo, e per stare vicino a quei greci, ad un altro conterraneo, Andrea (altro nome greco, erano insomma galilei, terra di confine). Vanno da Gesù e per Gesù aprire il cuore non è dire eccomi sono Superman, faccio cose straordinarie e vi stupirò con effetti speciali ma ascoltare la luce di Dio nel cuore che gli fa discernere che è venuta l'ora di testimoniare che il promesso Messia è venuto, che Dio è fedele alle sue promesse con amore infinito, fino a restare a testimoniare anche se diversi potenti lo rifiutano e lo condanneranno a morte. E Gesù ha fiducia che se quella è la volontà del Padre quella via così oscura e umile si rivelerà nel tempo la via dell'amore potente e vivificante di Dio. La via della fede che cambia lo sguardo, che fa vedere in profondità, almeno come un seme, anche a quei greci. La via che libera dunque dai condizionamenti delle apparenze e porta nella libertà dello sguardo sempre più maturo, profondo. In tre occasioni si ode la voce del Padre dal cielo, nel battesimo di Gesù, nella sua cresima che avviene nell'episodio della trasfigurazione e qui in relazione all'eucarestia, al dono di tutto se stesso a noi e per noi. Gesù è la Parola di Dio perché è il suo ascolto e per questo in tale totale chiudere gli occhi e fidarsi, abbandonarsi, al Padre è il giudizio del mondo: giudizio nel linguaggio di Gesù non significa condanna ma discernimento. Egli ci riapre le porte dell'ascolto, della fiducia, nel Padre della vita. Ecco una storia inventata, ma tratta da tante storie vere, di questa grazia che ci può venire gradualmente donata. Una ragazza di 22 anni che viene al cammino di crescita comunitario mi dice che si è innamorata di un giovane che pure viene a questo cammino. Io sono contento perché mi sembrano due brave persone e le dico preghiamo. Lei mi dice ah ma si può pregare anche per queste cose? Le rispondo che la preghiera non è una pozione magica che condurrà volente o nolente quel ragazzo da lei. Se è una cosa buona per entrambi Dio li aiuterà se no prenderà il buono di quella intenzione e le darà ciò che davvero le donerà vita. Lei è molto contenta e si mette a pregare e quando viene in parrocchia anche quando non viene per una confessione, un colloquio, di lontano mi fa il segno delle mani giunte per dirmi che lei prega e ricordarmi di pregare anche io. Passano due tre mesi molto infervorati ma poi comincia a scoraggiarsi e anche vedendomi di lontano mi fa il segno della preghiera ma poi ruota indice e pollice per dire: nisba. Arriva ad arrabbiarsi con Dio ed io le rispondo che le avevo detto che non sappiamo cosa è bene per loro e di fidarsi che questo Padre meraviglioso le darà con sapienza ciò di cui ha davvero bisogno. A denti stretti, perché la Fede cresce gradualmente, ma con cuore sincero sceglie di continuare il suo cammino con Dio, di continuare a pregare, di continuare ad avere fiducia. Anche lei secondo la gradualità del suo percorso dona la vita. E così continua ogni tanto a parlarmi a confessarsi, continua il suo cammino nella comunità. Tra l'altro la gradualità del cammino di entrambi i giovani, E chissà forse qualche capriccio, qualche resistenza, qualche distrazione, fanno sì che una volta all'incontro viene lei ma non il giovane, un'altra volta viceversa. Il sacerdote vorrebbe gridare sbrigatevi a camminare con Dio non ha rallentate il percorso che vi vuole donare. Ma devo stare attento anche a non pressare troppo a lasciare che la maturazione avvenga serenamente e liberamente perché così Dio fa crescere. Passano due anni, un giorno La giovane viene come tante altre volte a parlarmi ma questa volta mi dice ci siamo messi insieme. Le rispondo hai visto? E lei risponde eh ma dopo due anni! Come a dire è un caso non è la risposta di Dio alla mia preghiera perché se no me l'avrebbe dato prima questo giovane. Io le dico vogliamo vedere cercare di comprendere qual è l'atteggiamento di Dio? Così abbiamo visto come in quei due anni lei è molto cresciuta proprio camminando per mano con Dio. Per esempio ha imparato a non essere più suscettibile al. Di troncare facilmente certi rapporti che invece meritavano di continuare con gli amici. Era una brava ragazza ma come ogni essere umano aveva bisogno di crescere. D'altro canto pur non potendo parlare a lei della vita del giovane anche quello avevo seguito personalmente e conoscevo la sua maturazione. Insomma abbiamo convenuto che se si fossero messi insieme poco tempo dopo l'inizio di questa preghiera forse si sarebbero lasciati altrettanto rapidamente. Invece Dio aveva preso così sul serio quella preghiera ti ha voluto che si realizzasse in modo autentico e solido. E infatti quei giovani hanno costruito nel tempo un rapporto bellissimo proprio prima di tutto continuando a camminare con Dio. |