Omelia (24-03-2024)
padre Ezio Lorenzo Bono
Infinito+1

I.
All'inizio di quest'anno (2024) il bravo e giovane cantante romano Filippo Uttinacci (in arte Fulminacci) ha pubblicato la sua bella canzone "Infinito +1" accompagnata da un video molto emozionante che vi consiglio di vedere. Hanno filmato 9 coppie di persone sedute una di fronte all'altra che dovevano solo guardarsi per un po' di tempo negli occhi, senza dire una parola. Queste coppie alcune erano di persone sconosciute tra loro, altre di sposati separati o di ex fidanzati. Dopo un buon tempo che si guardavano in silenzio, ogni coppia si è abbracciata, o baciata, tutti erano pieni di commozione o con le lacrime agli occhi. Con questo esperimento sociale Fulminacci voleva dimostrare che c'è un tipo di comunicazione non verbale, fatto di silenzi, che può raggiungere risultati più profondi delle parole. Guardarsi intensamente senza dire nulla è stato per quelle coppie un altro modo di scoprirsi per conoscersi, comprendersi, innamorarsi, perdonarsi.

II.
Gesù, dopo tre anni passati a predicare, raccontare parabole, fare discorsi, dialogare... negli ultimi giorni ha scelto un altro modo di comunicare, attraverso il silenzio, come abbiamo sentito ora nel racconto della passione (ricordiamoci che non si tratta solo di passione nel senso di sofferenza, ma anche di passione d'amore). Quello che Gesù aveva da dire lo ha detto, non c'è più una parola da aggiungere, quindi ora comunica solo con il silenzio. Di fronte a Pilato che gli chiede "Cos'è la verità" Gesù tace, e me lo immagino dire attraverso uno sguardo pieno d'amore a Pilato "ma non l'hai ancora capito che la verità ce l'hai davanti a te?". Oppure di fronte alle richieste di Erode che voleva divertirsi nel vedere Gesù fare dei prodigi, Gesù non dice nemmeno una parola, per lo meno con la bocca. Ma anche qui me lo immagino che attraverso il suo sguardo penetrante gli dice "Erode, ma cresci, sei rimasto ancora un bambinetto? Non riesci a guardare oltre?".

III.
Ci sono tanti tipi di silenzio. Alcuni sono silenzi buoni, altri meno, come per esempio il silenzio de codardi, che non sanno prendere una posizione di fronte a un'ingiustizia. È il silenzio che diventa complice come diceva Martin Luther King: "Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti". O come diceva Peppino Impastato, "La mafia uccide, il silenzio pure."
C'è poi silenzio dei manipolatori che puniscono soprattutto i propri familiari non parlando con loro, per spingerli a fare quello che loro vogliono. È una forma di abuso psicologico al quale non si deve sottostare altrimenti il rapporto diventa tossico perché elimina la possibilità di confrontarsi, controbattere, dialogare e vuole spingere l'altro a sentirsi in colpa.
C'è il silenzio degli intelligenti, che sanno tacere quando la discussione non porta da nessuna parte. In questo caso, come si dice: "Il silenzio è una risposta intelligente". È il silenzio di chi si pone su un altro livello, dove la cattiveria e le offese non potranno mai attingerli.
Fare silenzio è anche la giusta scelta di chi sa che non riesce a dominare la sua irruenza e quindi si autoimpone di tacere o di contare fino cento prima di rispondere. Saper tacere quando la discussione sta andando oltre i limiti.
In ogni caso, è meglio tacere sempre quando non si ha nulla da dire, perché come si dice "A volte è meglio fare silenzio e lasciare gli altri nel dubbio se siamo degli stupidi, piuttosto che parlare e togliere loro ogni dubbio".

IV.
E in fine c'è il silenzio di Gesù, un silenzio nobile, che parla molto più di tante parole: un comunicare fatto di sguardi e di silenzi. Gesù tace di fronte alle domande sbagliate come quella di Pilato che chiedeva cos'è la verità, quando la domanda giusta non è "cos'è" ma "chi è" la Verità; o le domande ingannatrici o superficiali come quelle di Erode che voleva solo soddisfare la sua curiosità; o come le domande idiote dei soldati che lo colpivano e chiedevano: "Indovina chi è stato?".
Gesù fa silenzio di fronte a tante domande o richieste che noi gli facciamo, perché spesso sono domande sbagliate, o superficiali, o idiote... Gesù risponde non con le parole ma col silenzio che dice molto di più, risponde con la sua passione e morte. Quando gli chiediamo di toglierci la sofferenza, guardiamolo flagellato e incoronato di spine; quando gli chiediamo di proteggerci dalla cattiveria delle persone, guardiamolo deriso e sbeffeggiato dai soldati; quando gli chiediamo di sollevarci dal peso delle nostre croci, guardiamolo salire al calvario caricato dalla croce; quando gli chiediamo di liberare noi o persone care dalla morte, guardiamolo morire in croce. Gesù non ci salva dalla sofferenza, dalla cattiveria e dalla morte, ma ci salva attraverso la sofferenza, la cattiveria e la morte che Lui stesso ha attraversato.

V.
In conclusione.
Nello spiegare il titolo "Infinito + 1" del suo album, Fulminacci dice: «Il titolo nasce dal tipico battibecco che si aveva da piccoli, quando per vincere al gioco "del numero più grande", a chi rispondeva con "infinito", tu ribattevi con "infinito +1"». A me ricorda anche quando a chi ci diceva "Ti voglio un bene infinito" si rispondeva "e io infinito + 1" per dire "io di più".
Iniziamo questa settimana di passione con passione, accompagniamo in silenzio Gesù nel suo cammino di amore verso il Calvario: una "Via Crucis" che diventa una "Via Amoris" perché segno dell'amore più grande, di un amore infinito, anzi "Infinito + 1".

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