Omelia (24-03-2024)
don Roberto Seregni
Sei rimasto lí

Sei rimasto lì, appeso alla croce e in silenzio. Ti hanno messo una corona di spine, ti hanno torturato e beffeggiato. Sulle tue spalle hanno caricato la croce e, tra gli insulti e gli sguardi indifferenti della gente, sei arrivato alla cima del Calvario.
Ti hanno crocifisso. I chiodi hanno trafitto le tue mani e i tuoi piedi. Le tue braccia spalancate sulle Croce sono un abbraccio universale per tutti i fratelli abbandonati e soli; i tuoi piedi inchiodati sono pronti a schiodare tutti i nostri cammini oscuri di miseria e peccato. Sei il seme che muore per dare frutto. Sei il Figlio innalzato che ci salva dai morsi del nemico e ci insegna il cammino della fraternità.
Sei rimasto lì, appeso alla croce e in silenzio. Tutto è compiuto. Il tuo è il silenzio di chi ha già detto tutto e dato tutto. Non c'è nulla da aggiungere.
Ti hanno messo un cartello sopra la testa, altrimenti nessuno ti avrebbe riconosciuto: «Il re dei Giudei». Sei re. Un re che entra a Gerusalemme tra canti di lode, un re che durante la cena pasquale offre il suo corpo e il suo sangue, un re che lava i piedi, un re che prega in silenzio mentre i suoi discepoli dormono, un re che si lascia tradire con un bacio e si fa catturare senza opporre nessuna resistenza. Un re fragile e indifeso come ogni uomo. Un re solo, abbandonato dai suoi amici. Un re senza trono e senza scettro, nudo e irriconoscibile, straziato e torturato. Un re che muore nella più completa solitudine. Un re che si abbandona alle mani del Padre. Un re che non si salva, che non scende della croce, che non cerca vendetta.
Sei rimasto lì, appeso alla croce e in silenzio. Non insulti, non minacci e non maledici. Hai dato tutto, fino all'ultimo respiro. Sei entrato nella morte per darci la vita. Hai scelto il posto più lontano da Dio affinché nessuno, mai più, si possa sentire lontano da Lui.


don Roberto Seregni