Omelia (29-03-2024) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Gv 18, 1-19, 42 Come vivere questa Parola? Davanti al racconto della Passione non sono necessari tanti commenti ma solo immergersi in un sacro silenzio. Non c'è spazio per le interpretazioni ma solo per un docile abbandono al mistero. È questo il motivo di tante pause nel racconto della morte di Gesù e soltanto poche parole messe al posto opportuno. I personaggi come le donne, Maria e Giovanni stanno in silenzio sotto la croce non parlano, mentre quelli che parlano lo fanno a sproposito per oltraggiare, provocare e maledire. Tutti noi siamo convocati sotto la croce ad ascoltare in silenzio, per fare spazio alle parole che Gesù pronuncia nei suoi ultimi attimi di vita. Il Signore, non ci lascerà tornare a casa da soli con il dolore nel cuore per la sua morte e ci metterà accanto una madre. È Maria questa compagna di viaggio che il Signore ci ha messo accanto al termine della Sua vita terrena. È lei che ci darà coraggio quando dovremo affrontare anche noi la croce. Maria è la presenza materna scelta da Gesù per non farci sentire abbandonati e soli nelle prove della vita. Nel buio del calvario, ci sono anche altri amici di Gesù, che colmi di pietà hanno acceso una luce in quella tragedia. "Dopo queste cose, Giuseppe d'Arimatea, che era discepolo di Gesù, ma in segreto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di poter prendere il corpo di Gesù, e Pilato glielo permise. Egli dunque venne e prese il corpo di Gesù. Nicodemo, che in precedenza era andato da Gesù di notte, venne anch'egli, portando una mistura di mirra e d'aloe di circa cento libbre". Questi amici non rimangono fermi davanti alla morte ma fanno tutto quello che possono, piccoli come noi ma con un cuore grande.
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