Omelia (29-03-2024) |
padre Ezio Lorenzo Bono |
La Via Crucis di Lachapelle e Tedua Come per l'omelia di ieri (in Cena Domini), anche per l'omelia di oggi vogliamo proporre una riflessione partendo dall'arte di David LaChapelle, precisamente "The stations of the cross" che ha lanciato qui a Roma nell'ottobre scorso (2023). Volendo, mentre si fa l'omelia, si può far scorrere sulla parete le stazioni di questa originale Via Crucis. I. Nell'ottobre scorso (2023) qui a Roma si è inaugurata la bellissima esposizione "The stations of the Cross" (Via Crucis) di David LaChapelle. LaChapelle è un artista celeberrimo, iconico e uno dei più geniali fotografi statunitensi le cui opere tra il barocco moderno e kitsch si rifanno allo stile surrealista e pop-art. Suo maestro è stato per l'appunto Andy Wharol. Appare nella top ten della cosiddetta "staged photography" con le sue rappresentazioni fatte di apparati scenici bem costruiti, dalla forte teatralità. Per rappresentare Gesù nel cammino della Croce ha scelto il rap e attore italiano Tedua, perché dice lui, "I suoi occhi capaci di perdono e il suo volto poetico hanno la sensibilità perfetta per raffigurare Gesù Cristo. Ho cercato per sei lunghi mesi la persona giusta per questa serie e lui era semplicemente perfetto." Tra i vari commentaristi della mostra qualcuno ha scritto: "Il Cristo di LaChapelle è a tratti divino e umano e proprio per questo la mostra è un capolavoro." Per realizzare queste 15 stazioni della Via Crucis LaChapelle dice aver pregato molto: "Questa tradizione delle stazioni della Via Crucis era un mistero per me e volevo imparare a conoscerla e ad adattarla in modo contemporaneo." E, per il fatto di essere stato spesso considerato un artista dissacratore, ci tiene a precisare a riguardo di questi suoi quadri "che non si tratta di prese in giro, che non sono opere blasfeme ma che queste immagini onorano Gesù". E sono d'accordo con lui. Le sue opere sono affascinanti e attraggono soprattutto i giovani che a quell'inaugurazione dov'era presente lo stesso artista, erano accorsi a centinaia (L'unico coi capelli bianchi ero io). La sua pop-art dice un altro commentarista, diventa "un espediente per ricondurre il suo pubblico (fatto soprattutto di giovani), a un rispetto e ad un'adorazione divina, a un'attenzione spirituale necessaria per vivere le grandi crisi dei nostri tempi". In un intervista LaChapelle afferma: «Abbiamo davvero bisogno di una guida per vivere. La Bibbia lo è. Le religioni ci danno un modo per trattare gli altri. "Ama il tuo prossimo come te stesso". È bellissimo. Il perdono, il non essere avidi, il dare ai poveri, il prendersi cura delle persone, il rispettare i propri genitori. Sono cose bellissime. Non mentire, non spettegolare. Si trova tutto nella Bibbia"». II. Per concludere. Un giorno chiesero a LaChapelle: "Lei si rifugia mai nella preghiera?" e lui rispose: "Sì, prego sempre. A volte da solo, a volte con gli amici. Prego per la salute delle persone, per gratitudine e ringraziamento, per avere saggezza e più autocontrollo. Prego di percorrere il cammino che Dio vuole per me, e di essere la persona che Lui vuole che io sia". Il cammino da percorrere che Dio vuole per noi, è il Cammino della Croce, non tanto come cammino di sofferenza, ma come cammino di perdono. Le ultime parole di Gesù sulla croce furono di perdono: "Padre perdona loro che non sanno quello che fanno" e al condannato accanto a Lui disse: "Oggi sarai con me in Paradiso". Allora se il culmine del cammino della Croce è sentirsi dire da Gesù "Oggi sarai con me in Paradiso", ecco che il Cammino della Croce è il Cammino verso il Paradiso. La Via Crucis di LaChapelle e Tedua non si ferma alla XIV stazione come le vie crucis tradizionali con Gesù riposto nel sepolcro, ma loro vi hanno aggiunto una XV stazione, quella di Gesù che ascende al cielo, perché vogliono ricordarci che il punto finale del nostro cammino non è sottoterra, ma in cielo, nel Paradiso. |