Omelia (31-03-2024)
Omelie.org (bambini)


Buongiorno ragazzi e buona Pasqua.
È una festa grande, anzi grandissima, quella che oggi celebriamo.
È la festa delle feste perché, senza la Pasqua, la nostra fede non avrebbe le fondamenta giuste per vivere.
Che cos'è la fede?
La fede è affidarsi, fidarsi di qualcuno.
Se ci pensate bene, anche voi ragazzi vi fidate di molte persone: per esempio dei genitori perché vi vogliono bene, degli insegnanti perché vi aiutano a conoscere molte cose, dei nonni, degli zii, dei vostri amici.
La fede è proprio un fidarsi, porre la fiducia in qualcuno, in qualcosa.
La fede non nasce da un'idea che ci mettiamo in testa noi, ma da una conoscenza, da una esperienza.
Ad esempio, quando avete scelto di fare uno sport, di iscrivervi in una palestra, non è stato un caso... forse avete sentito parlare bene di qualche allenatore, avete sentito dire bene della squadra. Le esperienze degli altri ci possono aiutare a fidarci, a credere.
Oggi il vangelo ci racconta il più importante episodio che fonda la nostra fede, che la tiene salda su un punto solido e, su quel fondamento, noi possiamo costruire il nostro impegno di credenti.
Il salmo responsoriale di oggi dice a un certo punto così: "La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d'angolo".
Che cos'è la "testata d'angolo"? È la pietra più importante, la pietra fondamentale in ogni costruzione. È quella pietra che sorregge ogni edificio, anche i grattacieli. Se vuoi costruire una casa sicura e solida devi mettere questa pietra d'angolo... tutti gli ingegneri, gli architetti e i geometri lo sanno bene.
Lo sa anche il Signore.
In questa settimana santa abbiamo vissuto tutto l'amore di Dio che in Gesù, suo Figlio, si offre a noi per la nostra salvezza.
Gesù è stato ucciso perché mostrava il volto di Dio come padre, come un papà buono, attento agli ultimi, soprattutto ai lontani e ai peccatori.
Ma questo non è piaciuto ai capi religiosi del tempo e così hanno pensato di metterlo a tacere dandogli la morte.
Gesù diventa allora, con la morte in croce, la pietra scartata, buttata via, la pietra inutile.
Il vangelo di oggi ci offre un aiuto grande per la nostra fede.
Comincia raccontandoci un giorno, il primo della settimana, giorno che per noi credenti in Gesù diventa un giorno di festa, di gioia: è la domenica. Il termine domenica significa giorno del Signore.
È ancora notte quando Maria di Magdala esce dal cenacolo per andare al sepolcro dove era stato sepolto Gesù.
Il suo cuore è triste e addolorato per la morte del maestro. Il buio che l'avvolge racconta bene il buio che c'è nel suo animo.
Arrivata davanti alla tomba la trova aperta, spalancata!
Le tombe, i sepolcri al tempo di Gesù avevano una bassa apertura e davanti veniva messa una grossa pietra molto pesante al punto tale che quasi mai poteva essere rimossa da un solo l'uomo.
Maria trova questa pietra rimossa e il sepolcro aperto.
È così spaventata dall'accaduto che non guarda neppure dentro, è convinta che qualcuno abbia portato via il corpo di Gesù.
Torna indietro sbigottita e corre dai discepoli per dare loro la notizia.
Pietro e Giovanni sono i primi a muoversi. Vanno al sepolcro di corsa, insieme, ma Giovanni è più giovane di Pietro, è più agile e arriva per primo al sepolcro.
Egli non entra, aspetta che arrivi Pietro, si ferma davanti alla porta ma, a differenza di Maria, si china e guarda dentro così vede che veramente non c'è il corpo di Gesù, ma scopre anche una cosa importante: i teli che avvolgevano il corpo del maestro, sono posati da una parte e il sudario piegato da un'altra.
Forse voi ragazzi non sapete che, al tempo di Gesù, il corpo della persona defunta veniva avvolto in lenzuoli e sul volto veniva messo come un panno di lino leggero che si chiamava sudario: era una specie di corredo funebre. Queste bende, queste stoffe posate nel sepolcro, sono indizi importanti perché i ladri avrebbero portato via il corpo di Gesù avvolto nel lenzuolo... ma invece la presenza di questi teli rivela ai discepoli che il corpo di Gesù non c'è perché è risorto, è vivo.
Davanti a questi segni, Pietro e Giovanni ricordano le parole di Gesù che, insieme alla sua passione, aveva parlato anche della sua resurrezione.
Gesù è vivo, è risorto! Nelle domeniche che seguiranno ascolteremo i Vangeli che ci raccontano la presenza di Gesù risorto tra i suoi discepoli, una presenza che dona forza, che libera dalla paura, che comunica gioia. I discepoli escono dalla loro chiusura nel cenacolo per diventare annunciatori della resurrezione di Gesù.

La resurrezione di Gesù diventa la pietra angolare su cui poggiare la nostra fede. Personaggi reali come i dodici apostoli, lo hanno visto risorto dopo la sua morte, non come un fantasma, ma come una persona viva: infatti egli ha parlato con loro, ha mangiato con loro. La loro testimonianza supera il tempo e lo spazio, arriva anche a noi e continuerà anche dopo di noi.

La nostra fede allora è sicura, si poggia su un evento straordinario come la resurrezione di Gesù.
Questa certezza ci apre alla speranza che anche noi con Gesù risorgeremo: ci dice infatti "chi crede in me non morirà, chi crede in me, per sempre vivrà".
Con questa certezza nel cuore viviamo questo tempo di Pasqua, cercando di portare nella famiglia, tra i compagni e amici, tanta gioia e tanta pace.
Buona Pasqua!
Commento a cura di Piera Cori