Omelia (31-03-2024)
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COMMENTO ALLE LETTURE
Commento a cura di don Massimo Cautero

La Pasqua è il giorno che ancora non esiste, il giorno promesso, realizzato dal Cristo, ma non ancora compiuto, almeno per noi che da questo pellegrinaggio terreno speriamo di vedere compiuto o, quanto meno, cerchiamo di capire come e quando si compirà anche per noi.
La Pasqua degli ebrei fu in un certo senso più chiara, segnò appunto il passaggio (=pasqua) dalla schiavitù alla libertà, passaggio che si compì con un vero è proprio passare da una parte all'altra di una terra, passaggio che lasciava alle spalle del mar Rosso un passato di schiavitù e compromessi e che metteva davanti un futuro immediato di un deserto da attraversare per arrivare alla terra promessa. Gli ebrei ancora oggi festeggiano la loro pasqua ricordando quel passaggio miracoloso, noi battezzati nella morte e Resurrezione di Gesù festeggiamo e facciamo memoria di quel passaggio - dalla morte alla vita eterna - che è anche il nostro, per dono del Padre, grazie ai i meriti del Cristo che con la sua passione, morte e Resurrezione lo ha realizzato.
Dalla Pasqua di Gesù scaturisce la fede cristiana come dalla pasqua ebraica nasce il popolo dell'alleanza, anzi, è proprio dal popolo dell'alleanza, sicuro della promessa della salvezza di Dio che arriverà il messia, Gesù, che nella storia e nel tempo compie il dono definitivo di Dio, crea il "ponte" tra la morte e la vita eterna che è il passaggio per tutti coloro che in Lui avranno fede!
Gli apostoli ed i discepoli vivranno e vedranno la nuova pasqua, la resurrezione di Gesù, per testimoniare proprio questo definitivo passaggio, questo dono della vita nuova, e ciò che essi consegnarono al popolo della nuova alleanza deve essere oggi perpetuato e rinnovato, per questo la fede verrà ancora trasmessa, per questo celebriamo questo glorioso giorno.
Sbaglieremo a celebrare la Pasqua solo come ricorrenza, dobbiamo sforzarci di celebrarla come attuale alleanza che ci porta alla vita eterna, la Pasqua non è semplicemente una memoria ma è anche una proiezione sul futuro che dal passato, dal fatto storico della Resurrezione di Gesù, illumina l'ingresso su ciò che ci aspetta, sulla nostra resurrezione, sulla nostra vita eterna. Ciò che capiscono san Pietro e San Giovanni entrati nel sepolcro vuoto, nel Vangelo di oggi, è ciò che dovremmo capire anche noi: una tomba che non serve, preludio a tutte le nostre tombe destinate a rimanere vuote anch'esse. Celebrando i riti pasquali faremo memoria della storia fra Dio e gli uomini, e apriremo anche quella finestra che farà entrare la luce sulla nostra vera natura di figli di Dio, sul futuro della nostra dignità e sul presente delle nostre certezze. La veglia di Pasqua non si svolge nella notte per nascondere qualcosa, ma per vivere quella luce che tutti aspettano e solo da un sepolcro vuoto può illuminare tutte le nostre speranze.
Più di qualcuno si domanda oggi perché la Chiesa e la sua tradizione sono diventate così ininfluenti per la società dove viviamo, divertendosi anche a dare colpe a destra e sinistra, senza considerare che la Chiesa, i cristiani, non diventano insignificanti per puro caso o perché il confronto con la laicità si è fatto più difficile e vince la via "atea", diventiamo insignificanti proprio quando rinunciamo passivamente a testimoniare quello in cui crediamo, lasciamo cadere nel vuoto il nostro passato e trascuriamo la nostra fede nella resurrezione, diventiamo insignificanti quando non testimoniamo quella luce di speranza e, insieme ad essa, non testimoniamo più la nostra fede. Se la Pasqua non dice più nulla agli uomini di oggi la colpa non sta nelle aspettative cambiate del cuore umano, poiché tutti gli uomini nel profondo sperano di vincere la morte, ma di chi dice di avere fede e poi vive tutt'altro, scambiando il dono di Dio in Cristo per qualcosa che non ne vale la pena e sicuramente non genera la Fede.
La Pasqua quindi non è solo la festa più importante per la fede cristiana, la pasqua è il momento di guardare alla nostra identità, di aprire quella finestra sul futuro della vita eterna e lasciarci illuminare dalla Resurrezione del Cristo: è la festa che tutti gli uomini aspettano -anche se non lo sanno-, aspettano che qualcuno li "illumini" perché a sua volta è stato illuminato dalla verità della Resurrezione. Buona Pasqua a tutti!