Omelia (05-04-2024) |
don Giampaolo Centofanti |
Pietro dice che lui va a pescare. Non chiede a Dio quale sia la sua volontà. Confonde anche altri discepoli che lo seguono. Ma sulla propria volontà si fa e si ottiene poco di veramente valido. Certo la misericordia di Dio può trasformare in bene anche quello se si torna a lui. Comunque è tutto più difficile su quella via. All'alba Gesù dalla riva, ancora non riconosciuto dai discepoli, chiede se hanno qualcosa da mangiare. È grazia anche questa, vedere che sulle vie sbagliate non si porta vero frutto. Come mai poi i discepoli ascoltano quello sconosciuto che dà loro consigli, tra l'altro così strampalati come pescare di giorno quando persino nel tempo adatto, di notte, non hanno preso nulla? Si comprende che Gesù parla nello Spirito e tocca i loro cuori. I discepoli riconoscono Gesù da quella pesca miracolosa: quando si apre il cuore alla luce essa entra sempre più e nel profondo se ne sperimentano i benefici, anche se i doni ricevuti sono ben più grandi del percepito. Quando si cerca Dio intensamente egli ordinariamente può nel tempo più pienamente portare doni molto grandi di ogni genere, anche col fare crescere, cercare, mettere nelle condizioni di riconoscere, di accogliere, questi doni. Ma la crescita è un cammino: loro fatta la pesca miracolosa automaticamente provano a tirare su le reti piene. Ma anche qui: in tanti di testa propria non riescono. Quando Gesù dice loro di prendere del pescato Pietro riesce a tirare su da solo la rete colma. Poi Gesù dice loro di andare vicino a lui a mangiare: è un andare alla fonte della grazia e un riportare tutto in essa: l'eucarestia, dono e rin-graziamento. |