Omelia (07-04-2024) |
padre Antonio Rungi |
Dalla misericordia divina al perdono fraterno Celebriamo oggi l'ottava di Pasqua, la Domenica in Albis o della Divina Misericordia. Durante l'ottava di Pasqua abbiamo contemplato il mistero della risurrezione di Gesù. Il vangelo di questa domenica riguarda proprio la prima apparizione di Gesù agli apostoli nel giorno stesso di Pasqua al termine della giornata della sua resurrezione. In questa prima apparizione gli apostoli si convivono che Gesù era davvero risorto. Come ci riporta il testo in questo momento mancava Tommaso. Quando questi rientra dopo aver fatto le sue cose, fuori dal Cenacolo, dove si erano radunati gli apostoli in attesa anche di una conferma della risurrezione del Signore come avevano informato le donne, nonché della loro missione da parte del Risorto, Tommaso viene informato che gli altri 10 aveva visto il Signore Risorto. A queste loro affermazioni Tommaso ha dei dubbi, delle incertezze e dice che se non tocca, non vede e non contatta direttamente il Risorto lui non crede alle parole degli altri dieci. Il testo del Vangelo riporta la successiva apparizione del Signore Risorto a distanza di otto giorni e in quella circostanza c'era anche Tommaso. Quindi tutto il gruppo degli undici Apostoli è riunito, in quanto sappiamo che Giuda aveva abbandonato il cammino del maestro fino a tradirlo, poi scegliendo altra strada per sollevarsi dal rimorso di quanto aveva fatto. Da parte sua, rispetto a Giuda, Tommaso è l'apostolo dubbioso che ha una fede che deve essere avallata dalla certezza di quello che è vero umanamente e concretamente. Ha bisogno che questa fede venga verificata in qualche modo. Sappiamo benissimo quanto per noi cristiani cattolici, per noi credenti quanto sia difficile conciliare la scienza con la fede. Come giustamente ha affermato San Giovanni Paolo II in una splendida enciclica "Fides et ratio", che fede e regione sono due ali verso la verità. Abbiamo bisogno a volte di concretezza, per credere, abbiamo bisogno di scientificità, abbiamo bisogno di dimostrazione per arrivare alla verità; ma la fede va oltre quelle che possono essere conoscenze anche dirette e immediate, perché possiamo anche sbagliarci, possiamo anche falsificare la realtà, la verità. Di conseguenza non dobbiamo dare per certo che tutte le cose che noi vediamo, osserviamo siano vere, sicure. A volte possiamo sbagliare, nel vedere falsamente una cosa, un colore, una persona, una situazione, interpretarla alla luce delle nostre idee e non oggettivamente. Tommaso ha bisogno di incontrare Gesù di verificare che era risorto, altrimenti non avrebbe creduto. E Gesù gli permette tutto questo per dire che nonostante i dubbi, le incertezze il Signore è vicino a noi anche dell'esperienza della fede che possiamo fare attraverso di Lui è in Lui, Quindi non esclude la possibilità di conversione per coloro che non credono, sono scettici ed atei. Gesù non esclude nessuno, ma include tutti nel suo piano di salvezza eterna. Gesù dà a tutti la possibilità per credere. E sono tantissime, non soltanto attraverso la sofferenza, la malattia, le gioie, ma anche meditante tutto quello che succede nel mondo. Solo la fede ci può aiutare a capire il bene, ma anche a vedere dove c'è il male. Alla luce della salvezza, sappiamo che quel male è stato distrutto dalla morte in croce e dalla risurrezione del Signore. Che la morte è stata vinta dalla vita del Signore risorto, attraverso il mistero in cui siamo entrati anche noi attraverso il cammino battesimale: morti al peccato e viventi in Dio. Concludendo, questa seconda domenica, chiamata anche della divina misericordia è soprattutto un invito da parte del Signore di essere apostoli e distributori della misericordia di Dio, della sua bontà, della sua grazia. Cose che dovremmo fare tutti quanti, in quanto risorti interiormente e spiritualmente bisogna essere testimoni gioia, di speranza, di accoglienza, di perdono nei confronti degli altri, Mai irrigidirsi nelle situazioni, mai dire non faccio quel passo perché quel passo lo si può fare sempre per incontrare soprattutto Dio, per accostarsi alla grazia, per ricevere misericordia, sperimentare la sua tenerezza e la sua bontà, nel fare quel passo verso la vera vita, che ci porta a comprendere le ragioni degli altri, anche dei loro sbagli e saper perdonare. Perciò in questa seconda domenica di Pasqua 2024 definita della divina misericordia, siamo misericordia per noi stessi per il mondo intero, come recitiamo nella bellissima orazione della coroncina della Divina Misericordia e soprattutto facciamo sì che attraverso la nostra preghiera, anche l'appuntamento quotidiano con la coroncina della divina misericordia alle tre del pomeriggio possa diventare incessante preghiera per chiedere misericordia per i peccati nostri e dell'umanità intera, che è smarrita, ha perso il senso di Dio, ha perso anche la strada della pace, pensando a tante guerre che ancora sono in atto nel mondo, da cui non riusciamo a venirne fuori, perché purtroppo ci sono troppi interessi in gioco. A Gesù Risorto, a Gesù misericordioso, a Santa Faustina Maria Kowalska, chiediamo la grazia che la misericordia si estenda all'umanità intera, affinché tutti gli uomini possano assaporare la gioia di stare in pace, di volersi bene, di perdonarsi, di fermare i conflitti e le divisioni tra i popoli e le nazioni del mondo... |