Omelia (29-03-2024) |
Missionari della Via |
Eccoci al Venerdì Santo. Anche oggi, come la domenica delle Palme, meditiamo con il racconto della passione vissuta da Gesù per amor nostro. In questo particolare giorno siamo chiamati ancor di più a fare compagnia a Gesù, senza dimenticare che il triduo Pasquale è un unicum, come se fosse un unico lungo giorno, perché non si comprende la sofferenza senza la risurrezione e non si vive la risurrezione se non alla luce della sofferenza. Noi tendiamo spesso ad evitare tutto ciò che parla di sofferenza, tutto ciò che ci parla di croce, come se questa fosse solo uno strumento di morte e non di vita. Per questo oggi la liturgia ci consegna l'adorazione della s Croce! Dal legno della croce è nata la vita per noi. La croce, in modo silenzioso, ci dona un duplice messaggio: da una parte ci rivela l‘amore di Dio per noi, fin dove si spinge il Signore per non lasciarci nella morte; e dall'altra parte ci rivela la gravità del peccato che non può essere ignorato. Il peccato ha una ricaduta, ha una conseguenza nefasta e per essere riparato richiede un'espiazione da compiere e il Signore, nel suo amore, la compie per noi nella sua carne. La croce di Gesù, come ogni nostra croce, che non viene dall'alto ma dalla fragilità della vita, richiede accoglienza in un abbandono fiducioso nella Provvidenza di Dio che sa tirare fuori la vita dove non c'è vita. |