Omelia (07-04-2024) |
Missionari della Via |
Il Vangelo di questa domenica ci consegna la manifestazione del Risorto nella prospettiva di Giovanni. Vediamo tre piccoli passaggi. Gli effetti del Risorto. La domenica sera di Pasqua, mentre i discepoli erano chiusi nel cenacolo per paura dei Giudei, «venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: "Pace a voi!"». La loro paura è vinta dalla Sua presenza, presenza che dà gioia, che infonde pace: sono i primi "effetti" della presenza del Risorto nella nostra vita, nelle nostre famiglie, nelle nostre Comunità. Come ha ricordato Benedetto XVI: «ci sono tante cose che non vediamo e che esistono e sono essenziali. Per esempio, non vediamo la nostra ragione, tuttavia abbiamo la ragione... Non vediamo, in una parola, la nostra anima e tuttavia esiste e ne vediamo gli effetti, perché possiamo parlare, pensare, decidere ecc... In una parola, proprio le cose più profonde, che sostengono realmente la vita e il mondo, non le vediamo, ma possiamo vedere, sentire gli effetti. L'elettricità, la corrente non le vediamo, ma la luce la vediamo. E così via. E così anche il Signore risorto non lo vediamo con i nostri occhi, ma vediamo che dove è Gesù, gli uomini cambiano, diventano migliori. Si crea una maggiore capacità di pace, di riconciliazione, ecc... Quindi, non vediamo il Signore stesso, ma vediamo gli effetti: così possiamo capire che Gesù è presente. Come ho detto, proprio le cose invisibili sono le più profonde e importanti. Andiamo dunque incontro a questo Signore invisibile, ma forte, che ci aiuta a vivere bene». Diffondere il perdono. Gesù non solo dona la sua pace ma affida alla Chiesa una missione: diffondere la sua misericordia, essere "canale" del suo perdono. La potenza dell'amore misericordioso del Padre, passa attraverso Cristo e ci raggiunge per mezzo della Chiesa e dei suoi sacramenti. «In un'altra circostanza, Gesù, ad un paralitico che chiedeva d'esser guarito aveva detto: "Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati " e a quanti avevano contestato questo suo potere aveva risposto: "perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere, sulla terra, di rimettere i peccati: "Ti ordino, alzati, prendi il tuo lettuccio e va' a casa tua" ( Mc 2,1.12-13). Ora, questo potere è affidato ai suoi che, nella Chiesa divengono i ministri della Misericordia che risana, " ministri del Sangue", dirà Caterina da Siena, quel sangue versato, che ridona la vita e consente all'umanità riconciliata in Cristo, di vivere in comunione con Dio» (suor G. Pisano o.p.). Quanta pace nel lasciarsi riconciliare con Lui. Quanta serenità nello sperimentare il suo abbraccio misericordioso nella confessione... Quante vite cambiate e liberate da questo meraviglioso sacramento. Non lasciamoci togliere dalla tentazione questo momento di profonda guarigione! I dubbi e la fede. Infine, la domenica successiva, ecco l'esperienza di Tommaso. Egli era profondamente scosso e tormentato dai dubbi, non riusciva a credere quanto vissuto dagli altri la domenica precedente. Non gli bastava l'annuncio della Chiesa: voleva conferme, evidenze, chiedeva di mettere il dito nel costato... ma era sincero. Il suo dubbio non era una scusa per non credere, non era acerbo frutto dell'arroganza, ma nascondeva un profondo desiderio di Dio. Infatti otto giorni dopo era lì, riunito con gli altri, nel cenacolo. E il Signore gli va incontro, manifestandosi; non una parola di rimprovero, solo tanta tenerezza, e un invito forte: «metti qui il dito e non essere più incredulo ma credente». Non sappiamo se Tommaso mise o meno il dito nel costato; di certo, quest'esperienza fu così forte da trasformarlo al punto da esclamare: «Mio Signore e mio Dio!». Che lo Spirito Santo possa aiutarci a "toccare anche noi", per mezzo di una fede viva, il Signore Risorto, sentendo valide per ciascuno di noi le parole conclusive di Gesù: «beati quelli che pur non avendo visto crederanno!». PREGHIERA «Signore, insegnami a non parlare come un bronzo risonante o un cembalo squillante, ma con amore. Rendimi capace di comprendere e dammi la fede che muove le montagne, ma con l'amore. Insegnami quell'amore che è sempre paziente e sempre gentile; mai geloso, presuntuoso, egoista o permaloso; l'amore che prova gioia nella verità, sempre pronto a perdonare, a credere, a sperare e a sopportare. Infine, quando tutte le cose finite si dissolveranno e tutto sarà chiaro, che io possa essere stato il debole ma costante riflesso del tuo amore perfetto» (S. Madre Teresa). |