Omelia (09-04-2024) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Gv 3, 7-15 Come vivere questa Parola? I dialoghi nel vangelo di Giovanni hanno la tecnica narrativa del fraintendimento, eppure questo fraintendimento - facile anche per noi, perché Gesù sembra non parlare di cose semplici - non nasce dal fatto che l'argomento in questione è difficilissimo ma, al contrario, perché è estremamente semplice: quando non riusciamo a scorgere un dettaglio è perché è troppo visibile. Gesù parla di una "rinascita dall'alto", certamente c'è una profondità difficile da scandagliare, ma, prima di tutto, c'è l'evidenza: continuamente, nella nostra vita, affrontiamo piccoli o grandi "morti" e ogni volta siamo chiamati a "rinascere". Si rinasce sempre dall'alto, perché è solo con la forza "dell'alto", di qualche ragione più profonda, di qualche incoraggiamento inaspettato, di una speranza più autentica, che riusciamo a rialzarci. Tutta la nostra esistenza è scandita da questa regola di spirito di gravità e spirito di "altezza". Essere "nati dallo Spirito" significa incominciare a vivere come lui, che si sente ma non si sa "da dove viene né da dove va": significa essere liberi. Liberi dalla disperazione per ogni fallimento, liberi dall'auto giudizio sulle nostre fragilità, liberi dalla paura del giudizio altrui. Questa libertà, che viene dallo Spirito di Dio, che è amore, è la vera libertà nascosta in ogni occasione della vita, felice o triste che sia. È la chiave dell'autenticità e della vera gioia. È nascosta in evidenza in ogni dove.
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