Omelia (17-04-2024)
don Giampaolo Centofanti


Giovanni riporta di Gesù cose che gli altri evangelisti non raccontano. Sembra di vedere in questo apostolo un commovente sforzo di sincerità, anche favorito da una maturazione della Chiesa nel tempo. Infatti pare che questo vangelo sia stato redatto per ultimo. Come mai per esempio solo Giovanni narra della lavanda dei piedi? Si può forse intravedere la difficoltà dei discepoli, che per esempio vediamo anche in quell'episodio, a superare il loro porsi verso Dio sul piano della dignità mentre Gesù ama di un amore meraviglioso che dona la vita fino in fondo, umile fino in fondo. Anche nel brano odierno Gesù dice che è il pane della vita e non respingerà chi va a lui perché questa è la volontà del Padre. Una parola che può suscitare domande da porre alla Chiesa, nella comunione e nell'obbedienza, anche oggi. Gesù spiega anche che si può vederlo e non credere in lui: evidenzia dunque che anche chi ha ricevuto il dono della fede può cincischiare nei propri attaccamenti, schemi, timori, senza lasciarsi portare oltre, nelle scelte concrete, dalla grazia ricevuta. Dio perdona tutto, come afferma questo passo, ma perché rallentare il cammino verso la vita piena, quando anche le cose a cui si è attaccati trovano vera vita solo in lui?