Omelia (23-04-2024)
don Michele Cerutti
La nostra responsabilità: l' unità

Io e il Padre siamo una cosa sola. Una espressione che ci consegna il Vangelo alla nostra meditazione. L'unione tra il Padre e il Figlio comporta inevitabilmente la responsabilità nostra per creare comunione tra noi.
Atti ci dice qualcosa di profondo. Ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani.
Che bello i pagani hanno trovato loro stessi un termine per indicare i seguaci di Gesù.
Probabilmente potrebbe anche essere stata un'espressione che viene utilizzata come derisione, eppure questo termine rimane fisso per sempre e ci rimanda alla nostra responsabilità.
A me piace pensare che questa dicitura deriva anche dal modo con cui i discepoli affascinavano nel loro volersi bene e nel loro mostrare la comunione tra loro.
"Guarda come si amano" avranno detto alcuni guardando i seguaci di Gesù e questo li interrogava in maniera profonda.
Meditando questo versetto nel tempo pasquale siamo ancora una volta interpellati sul favorire l'unità tra i cristiani.
Io esercito il mio ministero in Svizzera dove la comunione tra le diverse confessioni diventa un cammino da perseguire.
Ma se qui è più semplice pur tra le difficoltà che la storia ha riservato, la nostra preghiera perché l'unità tra i cristiani venga perseguita si fa più forte con il mondo ortodosso in particolare quello russo dove le prese di posizioni a favore della guerra diventano un forte ostacolo alla comunione.
Facciamo oggi quindi più forte la preghiera perché tutti i cristiani si ritrovino sotto un unico Pastore, Gesù il Cristo, costruendo il Regno.