Omelia (28-04-2024) |
padre Paul Devreux |
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore. Domenica scorsa Gesù si è presentato come il pastore bello, che da la sua vita per le sue pecore. Oggi si presenta come la vera vite, amata dal Padre, che è l'agricoltore. Se dice che è la vite, quella vera, è segno che alcune non lo sono. Le altre sono come il mercenario, che non ha in sé la linfa, perché non ama il tralcio. Sta a me discernere se sto seguendo il Pastore giusto e se mi nutro della linfa vera, quella che mi trasmette energia e vita. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Quindi è la Parola che può aiutarmi a fare chiarezza nella mia vita, per fare le scelte giuste. È bello il confronto con il tralcio, perché è un legno completamente inutile. Lo si brucia se è secco per liberarsene, ma non è buono neppure per scaldarsi. Così la nostra vita, perché "se non servo, non servo". Se non amo, non sono importante per nessuno, tranne quelli che mi hanno dato la vita. Ma cos'è che va potato? tutto ciò che m'impedisce di amare, di accogliere il fratello. Possono essere ricchezze, paure, pregiudizi, etc. Chiediamo al Signore di poter vedere ciò che m'impedisce di amare, per poter essere felici. Chiediamogli di trovare la giusta motivazione per liberarci di quello che ci fa solo del male. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Per questo è importante la frequenza della messa, la preghiera personale e leggere il vangelo. Sono tutte occasioni che ci permettono di nutrire la nostra vita spirituale. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. I frutti di cui parla Gesù, sono quelli legati all'amore, che danno vita e gioia. Sono le nostre vere ricchezze. Saremo giudicati sull'amore. La vigna è simbolo di gioia, di allegria. Ricordiamoci sempre che un santo triste è un triste santo. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. Ma non chiediamo pane e nutella, se non per bambini poveri, che non sanno cos'è! Se la sua parola rimane in noi, sappiamo cosa chiedere. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli». Essere discepoli e portare frutto; che bello! Signore grazie per questa proposta; aiutaci a realizzarla. Il Padre è contento, quando noi siamo contenti. La famosa volontà di Dio è tutta qui. Dio desidera solo vederci felici. Non vuole altro. Buona domenica. |