Omelia (29-01-2006) |
Monastero Janua Coeli |
Una dottrina nuova Lo stupore di fronte alla Parola di Dio, presente in carne e ossa, nelle nostre giornate permette di assaporare qualcosa di trascendente che ci appartiene profondamente ma che poco percepiamo. Solo la Parola ci consente di entrare in contatto con l'altrove... una Parola capace di aprire varchi dove i muri del ripiegamento si ergono creando barriere e ostacoli alla comunione. Stupore e timore... le opere di Dio sono come scosse di terremoto nell'apparente quieto vivere degli uomini. E vien da gridare a volte: Ma tu che c'entri con noi? Vuoi la nostra rovina? Lasciaci vivere in pace quel che vogliamo. Strazianti grida si levano nei cuori di chi non vive in pienezza la sua natura umana, sono le urla della non unità profonda. Dio ci ha creati a sua immagine, e se Dio è Amore a noi non resta che amare, come Lui ci ha amati: fino a morirne! Una dottrina nuova MEDITAZIONE Domande Erano stupiti del suo insegnamento. La parola nuova di Cristo stupisce e sconvolge. Parole che insegnano suppongono persone in ascolto, capaci di imparare. Non è scontato che una parola di autorità come quella di Dio insegni all'uomo... è una parola che per entrare ha bisogno della chiave dello stupore. Tutto si dilata quando si vibra di amore. E in quello spiegarsi di orizzonti si rinnovano i tessuti della nostra umanità. Una parola di Dio che non stupisca più fa molto pensare... Chiave di lettura Gesù insegna. Ma ciò che trasmette non è comune. Mentre gli scrivi trasmettono qualcosa che appartiene a Dio, Gesù insegna di suo, e questa autorevolezza fa sì che le parole diventino vita nel momento stesso in cui sono pronunciate. La sua presenza insegna perché chiama ad entrare in un mondo che si interseca con l'uomo... e interpella. Il male che si nasconde nell'uomo fino a far credere che sia l'uomo "immondo", di fronte a Gesù esce allo scoperto perché infastidito dalla sua santità. L'uomo non sa chi è Gesù, il maligno lo conosce. Ma la sua conoscenza non è utile alla sua esistenza. E qui si nasconde un grande segreto. Conoscere Dio non serve a nulla se tale conoscenza non si fa vita. Dio comanda il silenzio a una verità sterile, priva di amore e ordina la fuga. Ma il male nel fuggire strazia l'uomo e grida forte. Quali spiriti immondi ci abitano? I nostri pensieri riconoscono Gesù come figlio di Dio, sanno tutto di cosa sia cristiano o non, possono insegnare a chiunque dove sta il bene e dove no... ma la prigionia interiore sta nel relegare i pensieri alla mente, impedendo loro di diventare operativi. Un uomo che parla di amore e vive l'indifferenza e l'egoismo è abitato da uno spirito immondo. La divisione tra pensiero e vita, questo è demoniaco in noi. Poniamoci alla presenza di Dio perché egli comandi ai nostri spiriti immondi di uscire da noi. Quale chiarezza allora ci invaderà: la fede non resterà parola vuota, ma diventerà nutrimento del nostro quotidiano. La parola di Gesù trasforma, non cade mai a vuoto. Le pagine della Scrittura siano i teli della nostra tenda terrena, le parole del Verbo la compagnia della nostra nomade vita. Davvero esca da noi lo spirito di frattura e di possesso che divora ogni germe di bene, seminato dalla grazia ricevuta. L'uomo posseduto dallo spirito immondo sta anche lui nella sinagoga, ascolta insieme agli altri le profezie, prega... ma il suo cuore è diviso, lacerato, da uno spirito non puro. Possiamo ritrovare lo spirito di trasparenza che raccoglie in unità tutto ciò che vive in noi? PREGHIERA La tua parola, Signore, è lampada i miei passi, luce sul mio cammino... La tua parola nel rivelarsi illumina, dona saggezza ai semplici... (Sal 118). CONTEMPLAZIONE Quando le tue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità; la tua parola fu la gioia e la letizia del mio cuore, perché io portavo il tuo nome, Signore (Ger 15,16)... la tua parola mi viene incontro, mio Dio, e rallegra il mio cuore... ma spesso mi è di tormento, come un tarlo che interiormente lavora... e ogni desiderio di fuga sfuma... Mi dicevo: "Non penserò più a lui, non parlerò più in suo nome!". Ma nel mio cuore c'era come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo. (Ger 20,9)... un fuoco che è la tua presenza, infinitamente dolce e allo stesso tempo possente per la mia piccolezza. Tu, Signore, sei gioia incredibile e vuoto lancinante: perché tu mi possiedi ma io, seppur volessi, appena un po' di più ti stringo, resto esausto e inerme di fronte al Dono che sei. Il Vangelo dei piccoli Gesù entra nella sinagoga e si mette a insegnare. Tutti restano a bocca aperta. Le parole che lui dice sono sempre quelle della Scrittura, ma hanno una forza particolare, sembra quasi siano le sue, dette da lui per la prima e unica volta. E infatti è così: la Scrittura è parola di Dio perché Dio la pronuncia per l'uomo. Ognuno che la legge la sente rivolta a sé come parola personale che tocca il cuore. Nella sinagoga c'era un uomo che non aveva il cuore puro, ma era guidato da uno spirito cattivo. Di fronte alle parole di Gesù si scoccia e comincia a urlare: «Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio». Guarda un po'. Lui che non vive nel bene si accorge che Gesù è il Figlio di Dio! Gesù però non gli fa i complimenti, anzi lo sgrida: «Stai zitto! Vattene via da quell'uomo». E lo spirito cattivo se ne va... Da chi va questo spirito cattivo? da chi crea divisione e confusione, da chi non ama e non si dona, da chi vive nell'ingiustizia. Chi fa il male, riconosce Gesù nelle idee, ma poi lo contrasta nella vita. Tu ad esempio conosci Gesù. Ma quando tratti una persona con cattiveria, puoi dire di conoscere Gesù? In quel momento sei uno spirito immondo, cioè hai dei sentimenti non puri. L'uomo è fatto per amare. Quando non ama, si fanno spazio i sentimenti cattivi e si crea strazio e divisione. Se ami Gesù, devi amare sempre sempre e tutti tutti... |