Omelia (28-04-2024)
don Roberto Seregni
Senza di me non potete fare nulla

Mentre ci avviciniamo alla grande festa della Pentecoste, la Parola di Gesù continua a punzecchiarci per aiutarci a vedere tutte quelle zone d'ombra della nostra vita che non sono ancora state raggiunte dalla Pasqua. Il Risorto ci invita, stende la mano, ci chiama, ma siamo noi che dobbiamo dare il passo decisivo. Il suo amore che ha sbaragliato la morte deve essere accolto per dare frutto. Le nostre azioni e decisioni, i nostri sogni e progetti devono profumare di Vangelo, ma questo è possibile solo quando smettiamo di voler tenere tutto sotto controllo e abbandoniamo la presunzione di avere tra le mani la bussola onnipotente della felicità. La Pasqua ci chiama allo sbaraglio, a lasciare le redini, a sperimentare la freschezza spumeggiante dello Spirito che apre cammini inaspettati e sorprendenti.
Gesù ce lo ricorda senza fare troppi giri di parole: "Senza di me non potete fare nulla". Non dice che faremo le cose male o a metà, dice che proprio non faremo nulla. Forse proprio qui sta il segreto della vita spirituale: abbandonarci a Lui, lasciare che sia lo Spirito a plasmarci e a guidare il nostro cammino. La vita spirituale è leggere la storia, gli incontri, il dolore e la gioia con gli occhi di Dio. È per questo che in poche righe viene ripetuto per sei volte l'espressione "rimanere in me". Dobbiamo rimanere in lui, perché lontani da lui siamo come un osso fuori posto, una bicicletta senza ruote, una candela spenta... Noi non siamo la fonte della nostra gioia, da soli non possiamo conquistare la pienezza della vita, siamo tralci secchi e senza frutti.
Il Signore Risorto ci invita a rimanere in Lui, ad abbandonare le nostre paure e le nostre difese, a perdere il controllo, a fidarci ed affidarci. Solo Dio può saziare i desideri insaziabili della nostra vita.

don Roberto Seregni