Omelia (06-05-2024)
don Michele Cerutti
Commento su Giovanni 15,26-16,4

C'è una parola oggi che mi colpisce ed è tratta dal Vangelo proclamato:
Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio.
Sì è proprio così. La persecuzione in nome di Dio.
Gesù stesso l'ha vissuta, accusato di bestemmiare perché chiamava proprio Dio come Padre.
Oggi vediamo come per giustificare gli attacchi alla Chiesa si usa Dio.
I cristiani accusati di presentare un volto del Padre sbagliato perché su temi come quelli della vita Dio stesso non accetta una tale visione.
Questo anche sul tema della famiglia, dell'accoglienza ai migranti.
Tutto si giustifica quasi a livello teologico, ma poi sotto sotto è un vero e proprio attacco ai discepoli di Gesù.
Abbiamo una consegna che ci deve rincuorare:
Egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio.
Mi ha colpito un incontro, qualche giorno fa un amico mi è venuto a trovare, la sua fede è conosciuta da tutti, e mi raccontava che una volta aveva incontrato in un ufficio un dirigente importante che si dichiarava ateo.
Dopo alcuni giorni lo ha rincontrato e questo alto funzionario si complimentava perché davanti a lui, a questo mio amico, si sentiva accolto e apprezzava che pur essendosi dichiarato ateo, sempre questo mio amico, non avesse fatto come molti altri una sorta di distacco dalla fede che lo faceva sentire quasi un credente.
C'è questo rischio sempre in agguato che mi interpella, lo sminuire la fede di fronte a chi non crede con il pretesto di essere accolti.
Con Dio non dobbiamo mai avere paura di testimoniarlo perché egli ci dona lo Spirito che ci mette le parole giuste.
Da noi non possiamo fare niente, se non scappare.
Le pagine del Martirio dei Padri della Chiesa sono la testimonianza forte di questa verità e sulla scia di questi esempi abbiamo la schiera di coloro che hanno lavato le vesti nel sangue dell'Agnello.
Lo Spirito ha dato loro la forza nella prova.