Omelia (28-04-2024) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Gv 15,1. 4-5 Come vivere questa Parola? Nel Vangelo di Giovanni non ci sono parabole come nei Vangeli sinottici, ma ci sono delle similitudini che Gesù usa per comunicare il suo messaggio. Oggi usa l'allegoria della vite. Vigna, vite ci riportano all'Alleanza, all'amore di predilezione tra Dio e il popolo d'Israele (vigna). La vite è il frutto della terra promessa e l'abbondanza del frutto della vite evoca la benedizione dei tempi messianici. I profeti Osea, Isaia, parlano della vigna come del popolo eletto che però, più è benedetto da Dio, più si attacca agli idoli, quel popolo che più Dio lo avvolge con la sua fedeltà e la sua premura, più contrappone l'infedeltà e la dimenticanza. Questo rapporto di amore fedele, Gesù nel Vangelo di oggi, lo esprime con un verbo: dimorare. All'inizio del Vangelo di Giovanni, ai due discepoli de Battista che gli chiesero "Maestro dove dimori?", Gesù aveva risposto: "Venite e vedrete". Naturalmente i discepoli non intendevano chiedere materialmente una abitazione, ma volevano capire: "Maestro chi sei?", volevano conoscerlo, volevano stabilire con Lui una relazione. Come accade a due innamorati. Dov'è la dimora della persona innamorata? Nella persona amata. Dov'è la dimora di una mamma che ha in grembo suo figlio? Dove sono rivolti i suoi pensieri, i sentimenti del suo cuore? Nel figlio che sta crescendo nel suo grembo. È quel figlio che dà senso alla sua vita. Ecco dove dimora. Dimorare nella vite allora possiamo intenderlo come la totale comunione di pensieri e di intenti con Cristo. Dimoriamo in Lui quando il Suo modo di pensare, di agire, di amare, di giudicare sta diventando, è diventato il nostro. Allora dimoro in Cristo! Lui si è radicato così profondamente in me, che posso affermare che lui è in me, come l'apostolo Paolo quando dice: "Non sono più io che vivo a Cristo vive in me"
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