Omelia (03-05-2024) |
don Giampaolo Centofanti |
Commento su Giovanni 14,6-14 Credere per le opere di Gesù: non intende cose esteriori ma la grazia che tocca i cuori attraverso le sue opere. Vi è dunque il dono della fede che poi viene anche in modo sempre nuovo nelle opere di Gesù. Ed è solo in Gesù e da Gesù che viene ogni bene. Qualche guida dice che oggi non ci sono più i miracoli che vi erano al tempo di Gesù e che allora gli sarebbero serviti per venire riconosciuto. Ma Gesù non fa le cose per fare vedere è tutta la sua vita che dona la grazia ed infatti ora che sta nel seno del Padre (per questo dice il Padre è più grande di me, perché come uomo sulla terra deve ancora salire al cielo e ricevere la pienezza dello Spirito) può donare la pienezza dello Spirito ed i suoi discepoli in lui possono compiere persino opere, miracoli, più grandi. Qui vi è una chiave ermeneutica, interpretativa, decisiva: Gesù sulla terra era in crescita ma ha ricevuto in dono e trasmesso quanto basta per donare anche a noi le chiavi della virtualmente piena rivelazione che noi possiamo nel corso dei secoli, nella Chiesa, nel mondo, in lui sviluppare. |