Omelia (05-05-2024) |
padre Paul Devreux |
Abbiamo parlato di Gesù, pastore bello e buono, che da la sua vita per noi, poi domenica scorsa Gesù si è paragonato alla vite vera, alla quale attaccarci per ricevere la linfa' che ci serve per vivere bene e in comunione con lui. Oggi parliamo di che tipo di relazione Gesù vuole avere con noi. In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Gesù ci ha amato dandoci tutto se stesso, quindi anche il Padre da tutto se stesso, gratuitamente. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Quello che da gioia a Gesù è vederci uniti. Vedere che abbiamo imparato a volerci bene. Rimanere nel suo amore significa imparare ad amare, senza possessività, accettando di rimetterci, come i genitori con i figli. Molto diverso da quando dico che voglio bene ad una persona, ma la verità è solo che la voglio a mia disposizione, magari perché penso che non posso fare a meno di lei. Questo è un amore molto umano e possessivo; quello che porta ai femminicidi di cui si parla tanto. Ma io, quando dico che amo una persona, cosa intendo? Dare o ricevere? Gesù ha sempre solo dato. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi. E questa è la grande novità di questo vangelo: Gesù ci chiama suoi amici! Già l'essere stati considerati servi, nel linguaggio biblico, è un grande onore, perché servi erano i più intimi collaboratori del padrone. Infatti Maria è definita serva dei Signore. Ma nel rapporto tra servo e padrone, difficilmente c'è l'amicizia, perché il fatto che l'altro abbia un qualche potere sul servo, complica il rapporto. Nel nostro mondo siamo costretti ad avere rapporti gerarchici, per un problema organizzativo, ma questo rende difficile l'amicizia. Per essere amici, bisogna essere alla pari, liberi di dipendere l'uno dall'altro, ed è questo che Gesù ci propone. Ha dell'incredibile. Io sono amico del Signore, quando desidero quello che lui desidera, e faccio ciò che lui fa. Quando siamo in sintonia Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; Io, per mia fortuna, ho molto chiaro che non sono stato io a scegliere il Signore, se non dopo che lui mi ha cercato e scelto. Ma penso che ognuno di noi può fare un bilancio della propria storia, per capire se è stato lui a scegliere il Signore, o se non è stato lui a sceglierci, perché è bello scoprire che l'iniziativa parte da lui. Ed è anche l'importante Sentirci appartenenti ad una chiesa che porta frutti belli. Siamo stati scelti e costituiti, cioè messi insieme, per questo. perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri». Questo è la sintesi di tutto il vangelo, questo è il progetto da realizzare: è un bellissimo programma di vita e di vita eterna. Buona domenica. |