Omelia (10-05-2024)
don Michele Cerutti
Pasqua tempo di gioia

La Pasqua è tempo di gioia. I discepoli pensavano che la dipartita di Gesù avrebbe comportato la fine di quella meravigliosa esperienza che stavano vivendo e allora i volti diventano tristi.
Molte volte Giovanni ci dice in questi giorni, come all'interno dell'Ultima cena, Gesù abbia dovuto molto insistere nell'incoraggiarli a gioire perché la sua missione giungeva ormai al punto più decisivo.
I discepoli non capivano ancora cosa sarebbe successo e allora non riuscivano ad alzare lo sguardo.
Lo sappiamo pochi giorni dopo la morte di Gesù i volti imbroncianti degli apostoli ci vengono narrati durante le apparizioni del Risorto.
Solo alla luce di quell'esperienza potranno esultare e dire: Il Signore è veramente risorto.
Carissimi noi dopo 2000 anni abbracciati dal grande mistero della Risurrezione come siamo messi nella dimensione gioiosa della fede?
In questi giorni mi rendo conto della spiritualità quaresimale che attraversa la nostra relazione con Dio.
Papa Francesco ha proprio ragione, quando in Evangelii Gaudium, primo suo documento, afferma: Molti cristiani è come se vivessero una eterna Quaresima.
A me impressiona come nel tempo Pasquale ci siano persone che si dicono credenti praticare il digiuno, perché alcune rivelazioni sostengono la necessità di questa pratica.
Ma se il Signore è Risorto cosa significa praticare il digiuno?
Viviamo la gioia della fede trasmettiamola senza troppe prescrizioni e regole viviamo nelle primizie.
Facciamo respirare al mondo che non conosce Cristo la bellezza della relazione gioiosa e vera con Lui.