Omelia (11-05-2024)
don Michele Cerutti
Missione, formazione, accoglienza

Le letture di questo Sabato sembrano offrirci tre parole chiave:
appartenenza, missione e formazione.
Tre espressioni che possiamo proprio vedere dispiegate meditando questi brani che la liturgia ci propone.
In queste ultime ore con i discepoli e prima di andare incontro alla morte respiriamo come Gesù voglia assicurare i suoi.
In un crescendo invita i suoi amici, così li avevi definiti in qualche versetto prima, a entrare sempre di più in quella forte intimità con il Padre.
Che bello cari amici sapere che Gesù a differenza dei grandi guru che il mondo ci presenta si preoccupa perché tutti nessuno escluso possa entrare nell'intimità di Dio.
Sono versetti densi che si faranno sintesi nella grande preghiera sacerdotale perché tutti siano una cosa sola come Lui e il Padre sono una cosa sola.
Gesù invita i suoi nel crescere in quell'appartenenza che non è però umana cresce solo se uniti in maniera profonda con il Padre e il Figlio.
Paolo è testimone di questo amore che trasmette e gioisce quando altri si avvicinano e intendono offrire anche loro un insegnamento in linea con il Vangelo come nel caso di Apollo.
In questa comunità di Corinto la fede in Cristo cresce e molti toccati dalla grazia annunciano la bellezza dell'essere discepoli.
Papa Francesco in Evangelii Gaudium usa questa espressione:
Il bene tende sempre a comunicarsi. Ogni esperienza autentica di verità e di bellezza cerca per se stessa la sua espansione, e ogni persona che viva una profonda liberazione acquisisce maggiore sensibilità davanti alle necessità degli altri. Comunicandolo, il bene attecchisce e si sviluppa. Per questo, chi desidera vivere con dignità e pienezza non ha altra strada che riconoscere l'altro e cercare il suo bene. Non dovrebbero meravigliarci allora alcune espressioni di san Paolo: «L'amore del Cristo ci possiede» (2 Cor 5,14); «Guai a me se non annuncio il Vangelo!» (1 Cor 9,16).
Apollo viene formato quindi perché l'annuncio sia in comunione.
Il tempo che viviamo è sicuramente di rievangelizzazione prendiamo l'occasione quindi sull'esempio di questo testimone per raggiungere i luoghi in cui annunciare come ad esempio le nostre famiglie, il lavoro.
Andiamo però a loro con la responsabilità di plasmarci anche noi perché come dice Papa Francesco sempre in quel documento deve apparire chiaro che il primo annuncio deve dar luogo anche ad un cammino di formazione e di maturazione.