Omelia (05-05-2024)
Missionari della Via


Le parole di oggi ci attirano dentro quel dinamismo d'amore che è proprio della vita cristiana.

Tutto parte dall'amore di Dio per noi: «come il Padre ha amato me, così io ho amato voi». L'essere cristiani parte da qui, dall'aprire il cuore a quest'amore, dal credere in quest'amore. Il cammino di tutta la vita è appropriarcene, è lasciarlo scendere nel cuore, lasciare che raggiunga anche i nostri inferi, le nostre miserie. Altro è dire genericamente che Dio ci ama, altro è credere profondamente in quest'amore. San Paolo dirà: «l'amore di Dio è stato effuso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo» (Rm 5,5).

Quindi, ecco l'invito: «rimanete nel mio amore». L'amore di Dio viene quasi dipinto come uno spazio vitale nel quale si rimane vivendo in comunione con Lui, lasciandoci guidare dalle sue parole: «Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore». Gesù parla dell'osservanza delle sue parole come il modo per stare nel suo amore. È un modo che Giovanni usa per parlare di amore concreto, di una reale comunione di vita con Dio, così da non ridurre l'amore di Dio e per Dio a flatus vocis, a svolazzamento emotivo o a slanci senza un seguito concreto. Pensiamo già sul piano relazionale: se una persona mi ama e mi indica qualcosa di buono ma io faccio sempre il contrario, o le vado contro, sarà difficile parlare di comunione reale... Ancor più con Dio, che non solo ci dice delle cose, ma ci comunica se stesso, la sua stessa vita divina.

Qui per osservanza dei comandamenti non si intende solo il fare o meno le cose: osservare è un verbo che implica l'ascoltare, il custodire e quindi l'agire. È portare nel cuore la memoria e le parole dell'amato, cercando di vivere secondo quelle parole. Dunque, come si rimane nel suo amore? Come si rimane nella vita? Osservando le sue parole. Come si "esce" dal suo amore? Come ci mette fuori dalla vita? Non osservandole, facendo di testa nostra, scambiando l'amore per ciò che amore non è!

E infine, una volta accolto e custodito l'amore, ecco la chiamata ad amare, espressa mediante il famoso "testamento" di Gesù: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi». Gesù ci chiama ad amarci a partire dal suo amore e secondo il suo amore. E come ci ha amato Gesù? Donandosi fino all'ultimo respiro, secondo la volontà del Padre. Se quest'amore è in circolo, tanti saranno attratti a Lui. Perché è da questo che ci riconosceranno come suoi discepoli: dall'amore che abbiamo gli uni per gli altri! Ci farà bene chiederci: come sono le nostre comunità? Chi si accosta nella nostra parrocchia, nel nostro movimento, cosa trova? Attenti però: rischieremmo di trasformare questo esame di coscienza in un freddo giudizio verso gli altri. Perciò chiediamoci personalmente: io cosa dono? Come mi dono? Chi si accosta a me cosa trova? Accoglienza? Generosità? Affabilità?

Che il Signore ci aiuti, perché possiamo vivere sempre più dentro questo dinamismo d'amore, fatto di amore accolto, custodito e donato!



PREGHIERA

Signore, fa' che io creda nel tuo amore,
che vi rimanga osservando la tua parola, e che possa donarlo,
amando di vero cuore coloro che mi metti accanto.