Omelia (17-05-2024) |
don Michele Cerutti |
Inizia il tempo della Chiesa La spinta evangelizzatrice di Paolo giunge nel cuore dell'Impero a Roma. "Tutto posso in colui che mi dà la forza" dice nelle sue lettere l'apostolo delle genti. Lo vediamo ormai nelle tappe finali del suo cammino instancabile in mezzo alle tante prove che ha dovuto subire e che non finiscono perché altri momenti difficili caratterizzeranno il suo apostolato. Tuttavia, non si sottrae al suo compito. Lo abbiamo visto qualche settimana fa, un angelo lo spinge in Macedonia e ora il Signore stesso lo manda a Roma. Paolo sa che la sua missione nasce da Cristo e in questi trova la forza. Da soli è proprio vero non possiamo fare nulla, come abbiamo letto qualche domenica fa nel Vangelo. La missione trova in Gesù la spinta e solo in Lui. Paolo sa che andrà anche incontro al martirio, ma non si tira indietro. Concludiamo la lettura delle tappe più significative degli Atti degli Apostoli e possiamo tastare con mano la dimensione missionaria che è responsabilità di ciascun battezzato, la gioia della fede che diventa contagiosa, il coraggio di andare incontro alle avversità senza mai sottrarsi con anche le inevitabili conseguenze dell'incomprensioni che respiriamo anche in questi versetti. Sono queste le linee direttrici che dobbiamo interiorizzare dopo un così lungo periodo di meditazione di questi testi. Dopo la Pasqua, con l'Ascensione e la Pentecoste inizia il tempo della Chiesa e della missione. Gesù nella sua preghiera sacerdotale chiama a unità non solo i suoi apostoli e discepoli, ma tutti proprio tutti nessuno escluso. Una preghiera che si spalanca al mondo e che noi tutti dobbiamo saper realizzare contribuendo al progetto di Gesù stesso perché il mondo lo possa conoscere. Bando quindi a pigrizie, bando a momenti di scoraggiamento perché l'annuncio non vuole tentennamenti, ma coraggio di andare al cuore dell'uomo oggi sempre più bisognoso, in mezzo alle difficoltà, di un annuncio di salvezza. |