Omelia (05-02-2006)
Omelie.org - autori vari


* Un mistico e poeta scrisse che "Ovunque Gesù passò lasciò il mondo rivestito della sua bellezza". Il Vangelo di oggi dice anche di più: egli lasciò il mondo rivestito della sua preghiera (A. Louf). Gesù ha bisogno di solitudine e di raccoglimento per pregare il Padre, per dialogare con Lui per offrirgli giorno dopo giorno la sua fatica, la sua passione per gli uomini, la sua delusione e la sua fiducia nella sua missione. Al tempo stesso, nella preghiera ritorna all'unità della santissima Trinità, nella preghiera riannoda il filo della sua vita perfettamente umana e perfettamente divina. Nella preghiera che è comunione con il Padre e lo Spirito Santo, Gesù trova la sapienza per guardare il mondo e gli uomini in modo diverso. Non basta guarire i corpi, liberare le menti, sanare gli spiriti, tutto questo sforzo potrebbe rivelarsi effimero, incollato alla dimensione temporale ma senza respiro divino. Gesù prega ed è questo uno degli argomenti più decisivi che devono spingere ogni cristiano a pregare. Il nostro impegno quotidiano, le nostre aspirazioni, il nostro lavoro, il nostro amore diventano i luoghi dell'incontro con Cristo e della nostra santificazione se li sosteniamo con la nostra preghiera che a tutto dà spessore umano e senso soprannaturale. Spessore umano perché l'uomo si realizza pienamente come uomo quando si relaziona con il suo creatore, quando a Lui riporta la sua vita e la sua morte. Senso soprannaturale perché la confidenza con Dio ci insegna ad affidarci alla divina Provvidenza anche se come Giobbe non percepiamo il senso di quanto accade e arriviamo ad essere come lui senza speranza. Ma per questo Paolo si fa "tutto a tutti" per comunicare la speranza del Vangelo di Gesù, la speranza che nasce dalla consapevolezza che l'uomo non è a una dimensione ma che la dimensione nascosta, la natura spirituale con la quale Iddio ci ha plasmati, è quella che plasma il presente e l'avvenire, il tempo e l'eternità.

* Orazione: potente mezzo per scacciare i demoni! "Certi demoni si possono scacciare solo con la preghiera e il digiuno" è Gesù che lo dice. I nostri demoni interiori nascono in gran parte dalla paura. La paura di non essere all'altezza, la paura degli altri, la paura del futuro, la paura delle tenebre, la paura della solitudine e dell'abbandono, la paura di essere incompresi, la paura di essere sconfitti, la paura di non farcela, la paura di vivere e la paura di morire. Questi demoni che affliggono la nostra esistenza, minacciano le nostre relazioni con gli altri e inquinano le nostre scelte di vita, possono essere sconfitti solo dall'abbandono fiducioso in Dio nella preghiera, dal ritrovarsi con Lui e, in Lui, con tutti i Santi che ci hanno preceduto. La preghiera come comunione tra Cielo e Terra. Nella preghiera risettiamo il nostro giudizio sulle persone e sugli avvenimenti.

* Nella preghiera la Grazia si svela e la Sapienza orienta i nostri cuori. Nella preghiera ritorniamo in noi stessi scoprendoci figli amatissimi di Dio. La vera alienazione è dunque riferire tutto a noi stessi perdendo il riferimento a Dio. E' questa forse l'arma più subdola a disposizione del demone dei demoni spacciare per liberazione la schiavitù, per illuminazione il buio, per felicità la disperazione, per sostanza l'effimero, per tutto il nulla.
"Ma il Signore Dio d'Israele ha visitato e redento il suo popolo e ha suscitato una salvezza potente". Oramai la Storia e la nostra storia è cambiata definitivamente. Gesù ha veramente lasciato il mondo rivestito della sua bellezza e della sua preghiera, a noi seguire il suo esempio. A noi dedicare il tempo e il luogo opportuni per la nostra preghiera. Alcuni demoni rimarranno immancabilmente dentro di noi ma saranno messi in condizioni di non nuocere fino a quando il tenero abbraccio del Dio fugherà tutte le nostre paure e scaccerà definitivamente tutti i demoni contro cui abbiamo combattuto giorno dopo giorno.

Commento a cura di Stefano e Teresa Cianfarani