Omelia (07-05-2024)
Missionari della Via


Gesù sta parlando a più riprese della sua prossima dipartita ma il cuore dei discepoli si riempie di tristezza. È ciò che accade ancora oggi: nonostante il centro della nostra fede sia Cristo morto e risorto, nonostante annunciamo la vittoria della vita sulla morte, quante volte il suo arrivo ci trova impreparati e, davanti alla dipartita dei nostri cari, il nostro cuore si spegne. Non parlo del dolore per il lutto, del vuoto che si prova; anzi, tanto più si ama, tanto più si soffre per la mancanza della persona amata. Non parlo nemmeno della comprensibile preoccupazione che può destare il momento della morte in sé. Parlo di quello sgomento che segnala un vuoto, o meglio, uno scalino da salire per crescere nella fede, quel salto nella fede della risurrezione capace di liberare man mano il cuore dalla paura della morte aprendolo alla certezza della vita! Vogliamo allora pregare, facendo nostre le parole di Giairo: «Signore, credo, ma aiutami a credere nella mia incredulità». E qualora stessimo attraversando il dolore per il lutto, lo strazio per il vuoto lasciato da quella persona cara, che sfocia nella rabbia verso il Signore per quanto accaduto, non demordiamo, ma continuiamo a cercare Gesù. Fosse anche tra le lacrime, nel silente grido del cuore o nella rabbia di parole cariche di dolore, continuiamo a cercarlo. Sarà Lui a farsi trovare.