Omelia (05-02-2006) |
padre Romeo Ballan |
L'annuncio del Vangelo e' un atto d'amore Riflessioni La storia di Giobbe (I lettura), narrata in questo capolavoro della letteratura mondiale, è una sfida permanente per tutti, perché induce necessariamente a riflettere sul problema del dolore e del male nel mondo, sul rapporto fra male fisico e male morale, sulla fede in Dio e la sua apparente distanza o addirittura impotenza di fronte al male, soprattutto la sofferenza delle persone innocenti. La vita umana sulla terra è, per Giobbe, un duro lavoro da schiavi tra "illusione e notti di dolore" (v. 3), senza speranza, perché "un soffio è la mia vita" (v. 7). Le tre letture di questa domenica sono una risposta di Dio al dolore umano. L'innegabile durezza della vita umana -descritta nella vicenda di Giobbe- trova spiragli di sollievo e speranza solo nella fede in Dio, il quale è sempre Padre della vita. Nel Vangelo odierno, Gesù mostra con gesti concreti quale è la risposta di Dio di fronte al dolore umano: risposta di vicinanza, solidarietà, condivisione, missione. Lo vediamo nei quattro momenti di questa giornata di Gesù. 1. Sana la suocera di Pietro. Osserviamo i dettagli della scena: i discepoli ne parlano a Gesù, lo pregano; Egli si avvicina (si fa prossimo), la prende per mano, la solleva (Marco usa il verbo greco 'egeiro', proprio della risurrezione), la cura nel corpo e nello spirito, per cui "essa si mise a servirli" (v. 31). La salute recuperata è in vista del servizio da rendere. Tutta la scena sfocia nel servizio agli altri, perché il servizio è l'espressione più alta della vita! 2. Gesù guarisce "molti che erano afflitti da varie malattie" (v. 34), scaccia demoni, ecc., ma non vuole pubblicità. Queste scene, che si ripetono spesso nei Vangeli, permettono di contemplare come Dio reagisce davanti al dolore: ascolta i lamenti, si fa vicino, soffre, si commuove, piange, interviene, risolve alcuni casi... Ma non elimina tutto il male dal mondo, anzi Gesù stesso ne sarà vittima innocente. Perché? Perché il male nel mondo? Finché siamo sulla terra, le risposte, anche quelle della fede, saranno solo parziali. Non ci resta che fidarsi di Dio. Lui sa perché! 3. Dopo una giornata faticosa, Gesù si concede solo poche ore di riposo, si alza presto e si ritira in disparte a pregare (v. 35). Al mattino del sabato Gesù aveva già pregato nella sinagoga (v. 29) con la comunità; ora prega da solo. Sente il bisogno intimo di parlare con suo Padre, capirne la volontà, per essergli fedele. Per amore! Nella preghiera, Gesù, il missionario del Padre, capisce sempre meglio qual è la sua missione e come portarla a compimento. 4. Tutti cercano Gesù, se lo vogliono accaparrare. Gesù si rifiuta a queste richieste interessate e da la risposta della universalità della sua missione: "Andiamocene altrove... perché io predichi anche là" (v. 38). La missione di Gesù e della Chiesa è sempre un andare oltre, andare avanti, superare le frontiere, senza limitarsi alle richieste di alcuni pochi, senza istallarsi nelle posizioni acquisite, né accontentarsi dei risultati. Perché la missione ha come campo naturale il mondo intero. Nel Vangelo di oggi vi sono almeno sei volte gli aggettivi: tutti, molti... Non è solo il dolore a essere retaggio universale di tutti, ma anche la salvezza che Dio offre gratuitamente è per tutti! L'apostolo Paolo (II lettura) l'aveva compreso bene e fece dell'annuncio del Vangelo ai pagani la ragione della sua vita. Ne sentiva l'urgenza doverosa: "Guai a me se non predicassi il Vangelo!" (v. 16). Predica nella più piena gratuità, si fa "servo di tutti" (v. 19), ha come unica passione il Vangelo da annunciare (v. 23). Ricordando al fatto della conversione di Paolo (celebrata recentemente nella liturgia) si costata che sulla strada di Damasco non è nato soltanto il cristiano Paolo, ma anche il Paolo missionario, anzi il più grande apostolo delle genti pagane. Anche per noi: il battesimo fa di ogni cristiano un missionario. Per tutta la vita! Un uomo/donna della carità, come ci ha ricordato il Papa Benedetto XVI. * L'annuncio del Vangelo ai popoli è un servizio squisito di carità e di amore; è la risposta più completa al dolore e ai bisogni dell'uomo. Anzi è il miglior servizio integrale che la Chiesa -e in essa ogni cristiano- può offrire al mondo . Parola del Papa * "Tutta l'attività della Chiesa è espressione di un amore che cerca il bene integrale dell'uomo: cerca la sua evangelizzazione mediante la Parola e i Sacramenti, impresa tante volte eroica nelle sue realizzazioni storiche; e cerca la sua promozione nei vari ambiti della vita e dell'attività umana. Amore è pertanto il servizio che la Chiesa svolge per venire costantemente incontro alle sofferenze e ai bisogni, anche materiali, degli uomini". Benedetto XVI Enciclica Deus caritas est (25.12.2005) N. 19 Sui passi dei Missionari - 6/2: S. Paolo Miki, sacerdote gesuita giapponese, e 25 compagni (gesuiti, francescani e laici), martirizzati-crocifissi a Nagasaki (Giappone) il 5.2.1597). - 8/2: S. Giuseppina Bakhita, religiosa canossiana (Darfur-Sudan 1869-1947 a Schio, Vicenza). - 9/2: S. Michele Febres Cordero (1854-1910), ecuadoriano, dei Fratelli delle Scuole Cristiane. - 10/2: B. Luigi Stepinac (+1960), vescovo di Zagabria (Croazia), difensore della fede e della dignità umana sotto il regime comunista. - 10/2: Anniversario della morte (1939) del Papa Pio XI, pontefice di grandi iniziative e documenti missionari. - 11/2: Madonna di Lourdes (apparizioni nel 1858) - XIV Giornata Mondiale del Malato, celebrata in modo ufficiale, quest'anno, a Adelaide (Australia) con il tema: situazione dei malati di mente. |