Omelia (10-05-2024)
Missionari della Via


Gesù continua la sua catechesi vivente sulla gioia; egli è un nostro "tifoso" che ci dice: "non mollare mai, io sarò sempre con te e per te ci sarò sempre". Non mollare mai: vuol dire che non hai motivo per essere triste perché c'è qualcuno che ti sostiene e, se gli chiedi qualcosa di buono, ti fa un dono! Se Dio è il nostro tifoso viviamo nella meraviglia ogni giorno: "Come può Dio amarci così?". A noi nel mondo ci insegnano che l'amore dobbiamo meritarlo, invece Dio è gratuità infinita, non ci chiede nulla in cambio. Insomma, Egli è quell'amore vero che desideriamo follemente tutti e che spesso elemosiniamo qui e lì. I vuoti che sentiamo nella vita sono tanti: il tempo che passa e lascia le sue rughe sul volto, i figli in difficoltà, le malattie, la ricerca di un amore che non arriva mai... Invece Gesù ci dice: "No, è un inganno, niente è un vuoto a perdere se ami e ti lasci amare da Dio che vuole darti una gioia piena, e non viene per togliere ma per donare". Mettere Dio al centro significa avere la certezza che anche le esperienze dolorose, vissute con amore e per amore, sono come travagli che conducono alla gioia del parto, di una vita nuova che sorge. Dunque, coraggio! Non parlare sempre del problema del figlio ma affidalo a Dio, lì nulla si perde; non parlare sempre di quel tradimento, ma affidalo a Dio; non pensare sempre al tuo limite ma affidalo a Dio; non pensare a quella ferita ma affidala a Dio... Così le nostre tristezza si trasformeranno in gioia vera, quella che sa che l'amore vince sempre e niente è perduto mai. Persino alla morte c'è rimedio, e il rimedio sono le mani di Dio. Ripetiamo le sue parole: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà» (Gv 1,25). Tutte le nostre morti hanno un unico rimedio: Gesù!

«Non permettete che niente vi riempia di tristezza, fino al punto di farvi dimenticare la gioia di Cristo risorto» (S. Madre Teresa).